Di fronte al certo non inatteso ulteriore calo dei votanti, sono già iniziati i mugugni nel centrodestra: il Pd è avvantaggiato poiché i suoi elettori sono disciplinati e si recano ai seggi mentre a destra se ne fregano. Può anche essere vero, ma allora a destra dovrebbero chiedersi perché la propria base ignora gli appelli al voto e preferisce fare altro, qualsiasi cosa, pur di non mettere la scheda nell’urna.
I vertici dei partiti di centrodestra rispolverano i vecchi luoghi comuni: elettori masochisti, superficiali, che si lamentano ma non fanno nulla per cambiare. Luoghi comuni ripresi, immancabilmente, dal re della banalità: Silvio Berlusconi. Mai che si possa ascoltare un briciolo di autocritica. Tipo “abbiamo sbagliato, per l’ennesima volta, i candidati”, “abbiamo sbagliato gli spin doctor e, di conseguenza, la campagna elettorale”, “siamo spariti per 5 anni, non abbiamo avuto contatti con la nostra base, ed all’ultimo momento abbiamo chiesto i voti”, “non avevamo un’idea che fosse una”.
Cose semplici, insomma. Ma, come Fonzie che non riusciva a dire “ho sbagliato”, i vertici del centrodestra non ammettono mai colpe e responsabilità. I kattivi sono i piddini che vanno a votare, sono gli elettori potenzialmente di destra che restano a casa disgustati. Ma bisogna evitare di chiedersi le ragioni del disgusto. La sinistra milanese è andata ai seggi per assicurare a Sala un trionfo al primo turno, chissà perché i milanesi che non sopportavano Sala hanno preferito portare il cane al parco Sempione.
Ma che nessuno osi mettere in dubbio la qualità della classe dirigente di centrodestra in ogni città. La grande capacità di comunicazione, il rapporto costante con i sudditi, la trasparenza nelle scelte, la brillante strategia, il pensiero sopraffino. Sono gli elettori che non capiscono, dunque meglio cambiare gli elettori. Puntando su quelli del Pd, così disciplinati, seri, ubbidienti.
Non è vero neppure questo. Anche a sinistra si dividono, si odiano, litigano. Ma poi votano. Nella consapevolezza di far parte di un unico Sistema che protegge, aiuta, sostiene. Un posto di lavoro, retribuito, in un archivio di una fondazione bancaria, in un centro studi, in una fondazione di area, in una organizzazione di eventi viene comunque garantito. La mostra di quadri o di fotografie viene promossa, gratuitamente, sui quotidiani di servizio e sui tg nazionali; il libro viene premiato anche se illeggibile; una carriera universitaria viene assicurata; la promozione all’interno di un ospedale basta chiederla; la direzione di un teatro è sicura. Nel peggiore dei casi arriva un’assunzione in radio, la direzione didattica, un posto ben pagato in un museo. Se in cambio bisogna solo andare a votare una volta ogni tanto, non è un problema.
Sul fronte opposto, finita la grande infornata di venditori pubblicitari berlusconiani, si è fatto a gara a perdere ogni occasione, ogni opportunità. Piazzando gli avversari nelle fondazioni bancarie che decidono la politica attraverso finanziamenti alla cultura ed ai progetti sociali; collocando gli avversari nei centri studi pubblici laddove il centrodestra aveva vinto; premiando ed assumendo gli avversari ogni volta che se ne aveva la possibilità. Per poi stupirsi di fronte all’astensione di massa dei propri ex sostenitori.