Quando il Censis ha pubblicato i dati di un’indagine sulla disponibilità degli italiani a rinunciare alla propria libertà in cambio di una maggior tutela della salute, in molti hanno pensato alla consueta falsificazione dei dati per compiacere il governo. Poi è arrivata la app per ottenere un rimborso massimo di 150 euro in cambio di una spesa di almeno 1.500 euro, e si è visto che questo popolo di eroi, navigatori etc etc è pronto a svendere la propria residua libertà non in cambio della salute ma per una mancia di 150 euro.
Il valore della libertà, della dignità. Persino il governo degli Incapaci reputava gli italiani migliori di quanto siano in realtà. Se no il lancio della App Immuni sarebbe stato accompagnato da un biglietto della lotteria, da un ingresso gratuito al circo, da uno sconto per l’acquisto di una pizza.
Tutti indignati di fronte alla prospettiva di una violazione della privacy per scaricare ed utilizzare Immuni. Tutti pronti a comunicare ogni dato sensibile, ogni abitudine privata pur di conquistare l’inalienabile diritto ad uno sconto di 150 euro. Magari andrà pure peggio con la lotteria degli scontrini.
Che, poi, ottenere la mancia governativa non sarà mica facile. Serve una spesa da almeno 1.500 euro ma suddivisa in 10 acquisti diversi. Dunque da qui a fine anno occorre impegnarsi per i regali che non potranno essere consegnati, visto il Dpcm che vieta le feste. Se no ci si accontenterà delle briciole, in cambio della rinuncia ad ogni privacy. D’altronde i propri dati erano già stati forniti ai supermercati per ottenere la tessera che dà diritto a 20 centesimi di sconto sui biscotti, a 50 centesimi sulla bottiglia di vino, a 1 euro (addirittura!) sui detersivi.
Libertà è partecipazione, cantava Gaber. Libertà, in Italia, è solo svendersi per qualche spicciolo. È sempre e solo l’espressione geografica del “Franza o Spagna purché se magna”.