Quante volte si è sostenuto che i personaggi pubblici devono rappresentare un esempio per quelli che vengono definiti come “persone normali”, come “gente qualunque”. Bene, adesso nell’educazione dei figli si potrà utilizzare un nuovo modello: Neymar, il calciatore brasiliano che gioca a Parigi. Che ha ottenuto dagli emiri proprietari della squadra qualcosa come mezzo milione di euro all’anno per essere educato e puntuale nei fastidiosi incontri con i tifosi.
Si potrebbe, ovviamente, ricordare che i tifosi rappresentano pur sempre una consistente fetta dei ricavi dei club di calcio. È vero che, con gli indebitamenti folli delle società, serve di più il costante intervento delle proprietà. Ma presenze allo stadio, abbonamenti tv, merchandising sono pur sempre importanti nell’economia complessiva. A fronte di ingaggi già stratosferici.
Il problema, però, è un altro. La pretesa di monetizzare, con mezzo milione di euro, ciò che dovrebbe essere naturale e doveroso: l’educazione. Ed anche il rispetto. I genitori che elargivano, ed elargiscono, pochi euro di paghetta ai figli in cambio dell’aiuto per apparecchiare e sparecchiare la tavola; che lasciano il resto ai pargoli che vanno a fare la spesa; che cercano di insegnare il senso del guadagno in cambio del lavoro seppur poco più che simbolico; beh, devono cambiare completamente atteggiamento.
Ci aveva già pensato il reddito di cittadinanza a chiarire che si può guadagnare anche restando sul divano con lo smartphone e dichiarandosi renitenti alla vanga. Ora Neymar diventa il simbolo della nuova frontiera. Mi ordini di studiare ed io mi rifiuto ma senza ricorrere al vaffapapà? 5 euro. Mi tolgo le scarpe prima di sdraiarmi sul letto o sul divano? 7 euro. Torno a casa alle 5 del mattino invece che a mezzanotte come concordato, ma evito di sbattere le porte e accendere le luci in tutta la casa? 10 euro.
Ogni atto di maleducazione evitato si monetizza. Se poi, con decreto ministeriale o per prassi, tutti vengono promossi alla fine dell’anno, scatta il premio produttività. Corposo, ovviamente. E-bike, motorino, auto a 18 anni, monopattino elettrico per i più giovani.
E tutto grazie a Neymar. Che, perlomeno, nel calcio è un campione. Mentre i parassiti nullafacenti a scuola ed a casa non brillano per nessuna qualità. Ma i soldi li vogliono lo stesso. Sarebbero più utili due sberle, ma poi si deve affrontare la trafila di assistenti sociali, psicologi e magistrati tutti politicamente corretti e tutti entusiasti del modello Neymar.