Una grande storia alle spalle – etruschi, greci, galli, romani – tanto da dare il nome al Mare Adriatico. Un recente passato ancora di rilievo culturale, da capitale del Basso Polesine ed anche della Bassa Ferrarese. Ora Adria ha perso buona parte delle sue capacità di richiamo, eppure si scoprono realtà nuove che meritano una deviazione per visitare la cittadina veneta. E se la stagione culturale non è ai massimi livelli, la gastronomia ha fatto passi da gigante.
In questo caso proprio di gastronomia si tratta, perché Le Quattro Stagioni di Adria non è un ristorante vero e proprio bensì una gastronomia dove si può pranzare e cenare. Con una serie di proposte che spaziano dalla pasta al pesce, dalla carne ai dolci. Tutto preparato con cura e servito con gentilezza e simpatia. Non è sempre scontato trovare un cameriere che sorride, che scherza con l’ospite sconosciuto ma senza essere invadente. Un atteggiamento che già predispone bene. Ma il meglio arriva dopo.
La scelta è vasta e valica i confini di questa parte del Veneto. Ma sono ottime anche le lasagne bolognesi, senza problemi di campanilismo mangereccio. Però Adria è cittadina veneta, con forti connotazioni veneziane. Ed allora non si può rinunciare ad una selezione di cicchetti anche se non si è in un bacaro. Perché Le Quattro Stagioni è un locale pulito, ordinato, anche raffinato. Ed i cicchetti – più grandi di quelli generalmente proposti a Venezia – sono presentati in una versione più curata. Ma con una qualità che è ormai difficile trovare in Laguna dove il flusso continuo di turisti rende complicata una gestione corretta dei cicchetti.
Nella gastronomia di Adria, invece, i tempi si dilatano e si gusta in piena tranquillità il piatto preparato con la giusta calma. Perché il pranzo in un locale di qualità merita di essere apprezzato in ogni sua fase. Ed al Quattro Stagioni si può persino apprezzare – e capita di rado, praticamente quasi mai – il “vino della casa”, in questo caso un Pinot grigio. Senza pretendere assaggi a livello Onav, ovviamente.
Prezzi in linea con questa fase difficile per la ristorazione. Ma, almeno, ci si alza da tavola convinti che siano soldi spesi bene.