Anni ’60, Londra è la Swinging City. La città ondeggia al ritmo di Love Me Do dei Beatles. L’Inghilterra è pervasa da un nuovo fervore culturale rivoluzionario. Mary Quant e il marito Alexander Plunket-Greene aprono a Chelsea “Bazaar”, la loro prima boutique.

Problemi di paternità: Mary Quant o André Courrèges?
Courregès, ex ingegnere civile prestato alla moda ed ex praticante di Cristobal Balenciaga. Mary, giovane esuberate trasferitasi a Londra all’età di sedici anni per vivere alla “bohémienne“. Lui propose la minigonna sotto forma di vestitino trapezoidale nel 1964 nella sua collezione “Space Age Collection”. Lei circa negli stessi anni nel suo negozietto di Chelsea accorciò l’orlo della gonna a una decina di centimetri sopra il ginocchio, dando origine alla “Chelsea revolution“. Entrambi sicuramente interpretavano lo Zeitgeist di quegli anni. Fu proprio la Quant infatti ad ammettere che: “Non siamo stati né io Courrèges a inventarla, ma le ragazze in giro per strada”.
Londra, la nuova capitale della moda
Lo aveva già intuito Diana Vreeland, l’eccentrica direttrice di Harper Bazaar, che la moda aveva spostato il suo baricentro a Londra. Negli anni ’60 era infatti diventata polo culturale e luogo di cambiamento e innovazione per eccellenza, di anticonformismo. I Beatles irrompevano sulla scena musicale e la rivoluzionavano. Sul grande schermo Sean Connery nei panni di James Bond 007 affascinava con la sua figura di gentleman con licenza di uccidere. Biba il negozio più in voga del momento. Tutto ciò che nasceva a Londra diventava immediatamente una tendenza. In breve tempo strappò il ruolo di capitale della moda a Parigi, ancora ancorata a una moda elitaria e raffinata, su misura. In Italia l’effetto “swinging” originò fenomeni di costume come Fiorucci, divenuto poi iconico anche oltreoceano.
Mary e Twiggy, una nuova femminilità

Oltre al modo di vestire, il total look della donna libera degli anni ’60 prevedeva anche un taglio di capelli a caschetto, un make -up fatto di ciglia lunghissime e rossetti opachi, un fisico asciutto e longilineo. Nuova icona di bellezza divenne Leslie Hornby, in arte Twiggy, in contrapposizione ai modelli formosi della decade precedente (Sophia Loren, Marilyn Monroe). Twiggy rappresentava freschezza, giovinezza e attitudine sbarazzina. Sempre in quegli anni usciva il romanzo a lungo censurato di Vladimir Nabokov, Lolita (1955). Nel 1962 la trasposizione cinematografica di Stanley Kubrick. La figura della ninfetta arrivava quindi sul grande schermo.
Mary Quant dopo il successo
Con Mary, la moda non era più appannaggio di stilisti e couturier di gran fama, ma partiva dalle strade, dal sentire popolare giovanile, da una rinnovata effervescenza post guerra. Il capo che le aveva donato la fama, la minigonna, era molto lontano dagli ideali della haute couture francese. Christian Dior lo disprezzava, riteneva infatti antiestetica l’esposizione delle ginocchia. Ben presto Miss Quant divenne ricca e famosa grazie alla sua boutique. Incominciò a esportare i suoi prodotti anche negli Stati Uniti dal ’63. Qualche anno dopo inaugurò una linea di cosmetici e poi una di calzature. Nel ’66, un anno dopo i Beatles, ricevette dalla regina Elisabetta l’onorificenza di Cavaliere delle Corona Britannica.
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