È il momento di tutto e il contrario di tutto.
Da un lato, il Movimento 5 Stelle e i suoi acuti attivisti che festeggiano (cosa, non si sa).
Dall’altro, Salvini e la coalizione di centro destra (compreso l’ormai subalterno Berlusconi) che, manco a dirlo, festeggiano.
C’è poi il Partito Democratico, un Renzi postdatato, una Serracchiani in fuga, Calenda che corre a iscriversi, Gentiloni che lo ringrazia, Richetti che lo ringrazia, Franceschini che puntualizza e via così. Tutti concordi nel ringraziare candidati, militanti, sostenitori, stalker, fake news e hacker russi.
Ci sono poi varie ed eventuali alleanze.
I Cinque Stelle, impongono “i loro metodi” e parlano di convergenza.
Tradotto: o fate cosa diciamo noi o vi riempiamo le bacheche di gattini neri pentastellati e frasi sgrammaticate seguite da numeri a caso.
Salvini che “no accordi politici, sì alleanze”, che è un po’ come dire “ho detto no al colesterolo ma sì alla porchetta”.
Renzi che “nessuna alleanza” solo sana opposizione nelle vesti di semplice senatore di Scandicci.
E infine, abbiamo il popolo.
Quello virulento e rancoroso, che chiede a gran voce l’istituzione di “tribunali per crimini vaccinali” (lo hanno scritto sul serio… ho le prove).
Quello del sud, che guai a pensare abbia stravinto il Movimento per un qualche tornaconto economico.
Quelli che “basta propaganda del terrore” e nel profilo inseriscono l’hashtag #iosonoantifascista.
Quelli che “prima gli italiani”, per poi strafogarsi dal kebabbaro di turno o caricare una prostituta nigeriana non ancora maggiorenne.
Quello che dopo aver studiato diligentemente la nuova legge elettorale, si stupisce quando gli si dice che no, i numeri per governare non ci sono.
E quindi niente reddito ad minchiam e niente flat tax. Le scie chimiche ci saranno ancora, l’inquisizione vaccinara vedrà la luce nel “duemilaecredici“, la Boschi potrà ancora dilettarsi con le banche e la Boldrini, continuerà a girare con la sua sciarpetta portafortuna.