Bill è uno poliedrico… si occupa di vaccini, farmaci e quant’altro. Naturalmente preoccupandosi per la nostra salute. E per il futuro dell’umanità.
Peccato che, poi, sia un convinto neo-malthusiano. Ovvero ritenga necessario ridurre, radicalmente e rapidamente, il numero dei viventi. Perché inquinano e consumano risorse. Che andrebbero riservate a pochi. Tra cui, naturalmente, lui. Che è un filantropo, ma non scemo.
Vuole il Paradiso in Terra. E su questo tema, e la minaccia che vi è sottesa, andate a leggervi il, vecchio, saggio, con lo stesso titolo, di Christopher Lasch.
Ma Bill lo vuole, questo paradiso, solo per pochi suoi… consimili.
Conseguentemente, si preoccupa per l’ambiente. Perché che Paradiso sarebbe senza pesciolini che guizzano in laghi limpidi, taccole e fringuelli che volano felici nei boschetti, cerbiatti che pascolano nel parco della tua mega-villa rurale?
Gli altri, invece, possono continuare (per ora) a vivere in alveari. Uscendo il meno possibile, perché non si possono permettere l’auto elettrica. E anche le case le devono mettere a norma ecologica. Indebitandosi, e magari perdendole per debiti. E finendo a dormire sotto i ponti… manco si fosse un un romanzo del vecchio Dickens…
Bill, per altro, sta pensando di oscurare il Sole. Per il nostro bene, naturalmente. Così evitiamo di desiderare di andare al mare. Ad abbronzarci. L’abbronzatura è nociva. Soprattutto se presa ad Ostia o Rimini. Su un panfilo nei mari del Sud è, naturalmente, tutt’altra cosa…
Ma, come dicevo, Bill non solo ha tanti dollari da far schiattare di invidia Paperon de’ Paperoni… è anche uno dai molti interessi. Differenziati e variegati. Tra questi, la birra.
Intendiamoci. Non che sia un bevitore… per lo meno non ci è dato saperlo. Anche se questa eventualità spiegherebbe molte cose. Tipo i deliri di onnipotenza ed altre bazzeccole.
Però il Gino, quando si ubriaca di birra all’osteria del borgo, si metteva cantare con voce baritonale… mica progetta di spegnere il Sole e dimezzare il genere umano…
Però Bill fa incetta di birre. Di marchi di birra, intendo. Anche, anzi soprattutto, molto famosi. Non li cito perché non ho voglia di fare loro pubblicità. Ma possiede, ormai, una vera multinazionale della birra.
Così, voi credete di bere una bella birra non filtrata di tradizione mettiamo, sarda. E invece è ormai prodotta da un’azienda di proprietà del nostro Bill…
E che c’entra? dirà qualcuno… la birra è sempre la stessa…
E invece no. O, per lo meno, non possiamo esserne certi. Perché, vedete, Bill, tra l’altro, è un grande sostenitore della nuova alimentazione a base di “farine proteiche”. Ovvero di… insetti. Vuole diffonderle. E le sue birre, tutte, hanno già segnalato – in note piccole, quasi invisibili, sull’etichetta – che le potrebbero usare.
Naturalmente non è certo, ma, nel dubbio…
Sono un, vecchio, bevitore di birra. E birre varie. Con una predilezione per le bavaresi, ancora fatte seguendo il Capitolato di Wittelsbach del 1520. E che, per ora, sembrano essere sfuggite alle, rapaci, mani del nostro Bill.
E, poi, la birra va fatta dai Mastri Birrai. Un sapere artigiano, che si trasmette attraverso le generazioni.
E adesso vi racconto una storia. Una storia tutta italiana.
C’era una birra, in Sicilia. Una buona birra davvero, che si produceva da molto tempo. Secondo una precisa tradizione.
Poi… è arrivato Bill. O chi per lui. E ha comprato il marchio, che era ed è abbastanza famoso.
Ha comprato, chiuso la fabbrica. Licenziato il personale. E la birra con quel marchio la produce… altrove. Come, non è dato saperlo. Però ho qualche sospetto… e datemi pure del terrapiattista.
Storie di, ordinaria, globalizzazione.
Però, questa storia, ha una sorta di lieto fine. Perché i Mastri Birrai licenziati si sono organizzati in cooperativa. E ora producono la “Birra dello stretto”, seguendo tradizione.
Come, forse, noterete, è l’unico marchio che cito. Perché questi Mastri un po’ di pubblicità gratuita se la meritano… no?