La Bora di oggi, che qui si sente abbastanza e rende l’aria gelida tagliente, viene da Est…
Sai la novità, chioserà il Direttore. Tra un poco scriverai che l’acqua è bagnata… sei proprio alla frutta…
Aspetta un momento, però, prima di giudicare. E ascoltami.
Dunque, il nostro clima cambia a seconda della direzione dei venti. Se, poniamo, in estate giunge sulle nostre regioni l’Anticiclone africano, boccheggiamo per il caldo. E ci sembra di vedere gazzelle correre nella savana inseguite dal solito leone. Anche se siamo in città, e qui non ci sono gazzelle, né tantomeno leoni…
Se invece il vento arriva, come ora da nord est, dalla zona delle steppe e dell’Artico, abbiamo la sensazione (realistica) di incrociare pinguini o orsi bianchi per strada… questo per dire che cambia il clima e cambia, ineluttabilmente, il nostro modo di vivere.

Perché se c’è qualcosa che davvero determina la nostra vita è il clima. E il clima dipende dalla posizione geografica in cui ci troviamo. Perché anche il più scettico, dovrà ammettere che una cosa è abitare un igloo al polo, altra un tucul all’Equatore. Cambiano usi, necessità, stili di vita.
Di conseguenza la geografia dovrebbe venire considerata la disciplina fondamentale. Su cui basare ogni altro studio dell’uomo. Dalla psicologia, all’antropologia. E, naturalmente, il fondamento della storia dei popoli e degli stati…
Con la geografia infatti si possono spiegare molti avvenimenti del passato. E comprendere meglio ciò che sta accadendo oggi. In questo presente nel quale, per lo più, ci muoviamo come ciechi. A tentoni, E non sto parlando, solo, degli uomini comuni, ma anche, anzi soprattutto, di chi dovrebbe governare le cose. E che, appunto, necessiterebbe (condizionale d’obbligo) di una visione un po’ più chiara, e lungimirante, degli avvenimenti in corso.
Il conflitto tra Russia e Ucraina ha, certamente, molte concause. Politiche, economiche, storiche. Ma sul fondo a determinare tutti gli avvenimenti vi è la posizione geografica. Perché l’Ucraina è, come dice il suo stesso nome, una Marca di Confine. Sospesa tra l’est slavo ortodosso, e l’Eurooa centrale tedesco-polacca. Cattolica e (in parte) protestante. Leopoli è polacca ed austriaca. Kiev russa.
Oh, certo, possiamo discutere all’infinito della diversità fra lingua Ucraina e lingua russa. Dei Cosacchi e degli indipendentisti.
E altro… ma resta il fatto che quelle terre sono da sempre sospese, e contese, fra Austria, Germania, Polonia e Russia. Senza dimenticare una, non discreta, presenza turca…
L’annosa guerra in Siria? Guardate anche qui la carta geografica. Stretta tra Turchia, Israele, Libano, Iraq e Penisola Arabica. Perno di una serie di complessi equilibri regionali sin dai tempi delle civiltà del medio oriente mesopotamico. E importante sbocco sul Mediterraneo. Attracco privilegiato delle flotte russe, sin dai tempi degli Zar. Inevitabile che divenisse un territorio conteso fra diverse potenze. Luogo di incontri e scontri tra molteplici interessi.
E non parliamo, poi, dei tanto sbandierato blocco navale del Mediterraneo. Per bloccare le ondate migratorie .
Guardate l’estensione del Mare Nostro…. non basterebbero tutte le flotte militari del mondo per effettuare tale blocco. Discuterne è solo propaganda. E una perdita di tempo. Non si può fare. Punto.

Ernesto Massi, forse il massimo studioso italiano di geopolitica, era solito ripetere che: la Geografia è una scienza crudele. Ti fa vedere la realtà della storia e della politica internazionale senza infingimenti. Ti toglie ogni illusione sulle motivazioni ideali tanto proclamate e enfatizzate. Sulle missioni per salvare la democrazia… sui proclami di libertà… e tanta altra fuffa…
Mi viene in mente che il motto del sorridente Bill Clinton quando, fra un bombardamento di Belgrado e uno della Somalia, suonava allegramente il sax, era: It’s the Economy, Stupid!
Andrebbe corretto. E ai nostri politici si dovrebbe ripetere: È la geografia, scemi!
Magari comincerebbero a capire qualcosa….