La questione femminile, è materia complessa.
Il classico argomento da salotto radical chic dove, di solito, gruppi di persone a caso se la cantano e se la sonano senza arrivare al dunque.
Le poltrone, talvolta, si trasformano in cilindri e saltano fuori genialate tipo le “quote rosa”.
Perché naturalmente il rosa, quando si parla di donne, è obbligatorio. E poi diciamocelo, per farci entrare nei Cda, magari indossando un tailleur confetto, era necessaria una disposizione ad hoc.
Un’altra perla rara, ultimamente ce l’ha concessa anche Grasso con le sue scuse “a nome di tutti gli uomini”.
Di cosa dovrebbero scusarsi poi “tutti gli uomini”, non ci è dato sapere.
Grasso, per dire, è il leader di Liberi e Uguali; gli stessi avvoltoi che con la tragedia di Cisterna Latina, hanno fatto campagna elettorale.
La cosa si fa però più interessante quando la signora di turno, magari avvenente e di successo, rilascia dichiarazioni discutibili riguardo cosa debba o non debba fare una donna per sostenere il proprio compagno.
La signora in questione, è il volto di Rai 2 Elisa Isoardi e il compagno di cui parliamo (lo sanno anche i muri) è Matteo Salvini, leader della Lega (ex nord).
In un’intervista al settimanale Oggi, la Isoardi commenta i risultati elettorali e dichiara:
“Sono orgogliosa di Matteo, per amor suo resterò nell’ombra. La donna per quanto in vista deve dare luce al suo uomo, e la luce si dà arretrando”.
Alt. Fermi tutti. Dov’è finita la donna che quest’estate ha cornificato il politico del “prima gli italiani” in diretta magazine? L’hanno spedita su un aereo per chissà dove?
Il problema qui non sono le luci spente o le luci accese.
Il problema sono quel “donna” e quel “deve” messi nella stessa frase.
Voglio dire, un’espressione del genere me la aspetto da un Adinolfi qualsiasi.
Tipo il genio che su Twitter paragona la conduttrice a una lavatrice Classe A++, descrivendola come “un modello sostenibile e vincente di successo femminile”.
Femminismo e progressismo sono nemici delle donne; dispiace che alcune rimbambite se la prendano con #Isoardi che è un modello sostenibile e vincente di successo femminile.
— A city upon a hill (@MELONEDAVIDE) 15 marzo 2018
Anche liberoquotidiano.it, ci mette del suo: “dimostra (la conduttrice) con le sue parole di essere una donna di sani principi”. Ed è subito Medioevo.
In ogni caso, a parte qualche tweet discutibile, il popolo rosa del web ha manifestato ampiamente il suo disappunto.
Perché a stridere, oggi, è quel “deve”.
Un “deve” manifesto di una mentalità perbenista e piccolo borghese tipica del primo Novecento, quando eravamo solo mogli devote, incubatrici esemplari e casalinghe appagate.
Ma è comprensibile anche la posizione di Simona Ventura: “Elisa ha esternato il suo pensiero senza ipocrisia”. Anche questo è femminismo, anche questa è libertà. Ognuna di noi può scegliere e la conduttrice ha scelto. Probabilmente, l’errore sta nella scelta del lessico.
Comunque, la Isoardi può stare all’ombra quanto e come vuole… “nascondersi” è la scelta migliore.
Sia mai che Salvini, a forza di brillare alla fine esploda.