Sali sul tram e, di corsa, si catapultano all’interno alcuni ragazzini. Maschi e femmine, naturalmente senza mascherina e senza lo sforzo di vidimare il biglietto (qualora lo abbiano). Ma il governo dei bugiardi non aveva assicurato che ci sarebbe stato un controllo capillare sui mezzi pubblici? Le consuete menzogne ed i ragazzi hanno già imparato ad ignorare le parole dell’esecutivo. Sempre che qualcuno di loro le abbia ascoltate.
Il viaggio è caratterizzato da un livello altissimo del tono di voce e da un livello bassissimo dei dialoghi. Épater les bourgeois? Difficile illudersi di scandalizzare i sudditi abituati ad accettare tutto. Potrebbero accoppiarsi in mezzo al tram, i ragazzi, e gli altri passeggeri non farebbero un plissé. Però, forse delusi dall’indifferenza generale, i giovani insistono con strilli, bestemmie e volgarità assortite.
Probabilmente credono di essere i primi ad utilizzare un linguaggio a forti connotazioni sessuali. Perché, essendo profondamente ignoranti, ignorano completamente lo spirito goliardico dei loro nonni e bisnonni. Non hanno la più pallida idea che, in pieno regime fascista, venne pubblicato “Ifigonia in culide”, un poemetto goliardico in tre atti che si rifaceva ad Ifigenia in Aulide ed Ifigenia in Tauride di Euripide. Non hanno la più pallida idea dell’apprendimento del latino, per quanto maccheronico, con la filastrocca su Marcus Porcius Catilina impegnato nella post defecatio.
Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, quanto a volontà di stupire. Ma è drammaticamente peggiorato il livello del linguaggio. Poche parole, sempre le stesse. Persino gli insulti sono sempre i medesimi, perché la fantasia avrebbe bisogno di un minimo di supporto di conoscenza. Invece, di fronte all’indifferenza nei confronti del loro nulla cosmico, i ragazzi sono obbligati ad alzare il livello della maleducazione. Si affacciano dal finestrino per insultare due ragazze che si baciano, scorrazzano per il tram. E non ottengono attenzione.
Poi arriva la telefonata della madre di uno di loro che, immediatamente, si trasforma in agnellino. Si sposta per non far sentire a mamma le volgarità degli amici, si giustifica per essersi fatto rubare la bici, giura che tornerà per cena. Tornerà in “barriera”, nel suo ghetto di periferia, assicura a mammà. Perché le città che vengono presentate come modello di innovazione, cultura, scambi internazionali, globalizzazione ed altre sciocchezze, nella realtà quotidiana sono molto ma molto diverse.
La maleducazione magari scemerà con l’età, ma l’ignoranza abissale che caratterizza questi adolescenti di periferia, molto difficilmente potrà essere recuperata. E condannerà questi giovani ad un futuro di serie B, nel migliore dei casi. Le sfide future non si vincono con la conoscenza di 300 parole e non basta strillare per farle diventare 30.000. Però nelle 300 parole ci sono tutte quelle che servono per insultare, meritatamente, i responsabili di una scuola che li ha ridotti così.
1 commento
Non credo che qui ci leggano in molti anche se lo spero, specie i soggetti dell’articolo.
Mi sono sempre chiesto chi possa mai mettersi al nostro posto, chi porterà avanti le nostre conoscenze, chi farà sacrifici per rendere la propria vita almeno sufficientemente dignitosa, non dico soddisfacente ma al minimo della sopravvivenza, questi non ce la farebbero e non sono programmati per raggiungerla.
E’ dal dopoguerra che i governi dei bugiardi si susseguono a ruota libera, inserendo nella propria schiera null’altro che individui come quelli sopra descritti, che fortunatamente per loro sono arrivati anche a sessant’anni senza mai sapere cosa significhi lavorare e aspettano il minimo di permanenza in poltrona per accedere ai vitalizi senza apportare nulla di positivo, anzi…. giocano sporco sulle spalle degli onesti.
Questo i ragazzucoli l’hanno notato ed hanno capito che bastano eccome 300 parole per schifare la vita, tanto il nulla cosmico se non lo creano loro glie lo impone ” l’esecutivo”, proprio dal nome un’esecuzione di massa.
Sono fiero di avere vissuto l’ultimo ventennio del ‘900 da ragazzo, gli anni più belli un’Italia che fingeva di non capire che da lì a poco le sarebbero state falciate le gambe da una montagna immonda di individui che se la stavano mangiando.
Degrado, povertà, disoccupazione, riscaldamento globale, retrocessione rating, globalizzazione senza regole, il nuovo ritrovato della scienza e prodotto Covid, cosa manca? L’invasione delle cavallette ? Di questo anche nelle famiglie meno agiate si parla, i figli ascoltano senza battere ciglio come quasi fosse normale, generando nel proprio ego una avveresità verso tutto ciò che il mondo che ci hanno distrutto comporta.
La scuola: erano più istruiti i nostri nonni che a malapena e nei casi più fortunati riuscivano ad arrivare alla quinta elementare, ma erano istruiti da persone che sapevano il fatto loro e non da elementi qualunque magari altoatesini con laurea comprata in Sicilia grazie a qualche santo in paradiso amico di amici di ulteriori amici, docenti ( se così autoclassificati ) a cui lo stipendio non basta mai qualunque esso sia, quindi perchè sbattersi?
La TV: noi guardavamo i telefilm, in cui la lealtà e il rispetto per il prossimo vincevano nei confronti degli imbroglioni, adesso tutti talk show o simil galere in cui ognuno viene spiato anche quando va al cesso, tanto lo pagano in base a quanto resiste in quei recinti, e tutti gli spettatori a pagare abbonamenti per spiarlo 24h, altri programmi in cui ci si insulta in continuazione, mai un film recente, tutte le stesse minestre riscaldate, poi ci vengono a sbattere in faccia che il fatturato delle emittenti è stato un successo, per forza, dove sono gli investimenti in palinsesti quando al gregge basta vedere le stesse stronzate?
In definitiva nulla mi discosta in pensiero da ciò che Lei ha scritto, non mi va di scagionare i ragazzi perchè la penso come Lei, ma prego analizzare tutto ciò che li circonda, un mondo che non è più loro, tanto meno il nostro.
Cordialità.