Le marais non è solo il nome di un quartiere chic di Parigi, amato dalla gauche caviar anche italiana poiché frequentato ed apprezzato dalle comunità omosessuali. Ma è anche la collocazione, appunto nella “palude”, dei rivoluzionari francesi che oscillavano tra gli estremisti Montagnardi ed i moderati Girondini. Il fascino della palude, del fango in cui sguazzare, pare irresistibile per i centristi italiani di oggi e per quelli che li raggiungeranno domani.
Un fascino accresciuto dalla prospettiva di un sistema elettorale proporzionale, meglio se privo di sbarramenti troppo elevati, che garantirebbe anche agli attuali cespugli un potere enorme di condizionamento. Eliminando le coalizioni pre elettorali composte da partiti che nulla hanno in comune se non la passione per le poltrone.
D’altronde è stato grazie al proporzionale che a guidare il governo sono arrivati Craxi e addirittura il repubblicano Spadolini mentre il socialdemocratico Saragat è diventato presidente della repubblica.
Il proporzionale consente al più furbo di condizionare politiche e spartizione di poltrone a prescindere dai risultati elettorali che, in teoria, dovrebbero servire a far rispettare le scelte degli elettori. Ma dal momento che i sudditi non contano assolutamente nulla, è evidente che i governi verranno decisi da altre logiche.
Nessuna illusione che si possa arrivare ad un governo composto da competenti, dai migliori indicati dai vari partiti di maggioranze sempre più composite ed oscillanti.
È evidente che un sistema proporzionale permetterebbe un rilancio in grande stile del Bugiardissimo Renzi, il manovratore più abile anche se pessimo presidente del consiglio. Così come è evidente che non bastano maxi consensi per trasformare Salvini in un esperto di trattative politiche. Problemi anche per Meloni, nonostante atlantismo ed abiure a raffica. Rischierebbe di rimanere emarginata persino se Fdi diventasse il primo partito. In pratica come quella Marine Le Pen da cui proprio Meloni ha preso le distanze.
Mentre il marais, la palude, vedrebbe agitarsi rane e rospi impegnati nella costruzione di maggioranze di potere basate non su comuni ideali ma sulla condivisione di liste di nomi per ogni tipo di poltrona: ministeri, assessorati regionali, fondazioni bancarie, aziende con partecipazione pubblica a livello nazionale e locale. Il vero collante della politica italiana.