È bastata una battuta di Giorgia Meloni al Forum di Cernobbio perché si scatenasse un putiferio.
I fatti si riferiscono a qualche giorno fa quando la leader di Fratelli d’Italia ha definito il Reddito di Cittadinanza “metadone di Stato”.
Immediata è stata la reazione del ministro Orlando che, dalla stessa terrazza di Villa d’Este, ha replicato “chi usa questa metafora non sa cosa sia la povertà. Non averlo (il RDC) sarebbe un passo indietro”.
Tuttavia è la stessa maggioranza di governo che si trova a fare i conti con uno strumento nei confronti del quale nutriva grandi aspettative, ma che si è dimostrato inefficace almeno per ciò che riguarda la possibilità per coloro che ne usufruiscono di reinserirsi nel mondo del lavoro. Il che è dimostrato dal fatto che il governo ha messo al lavoro i suoi tecnici per rimodulare il sostegno al reddito nato nel 2019, modificando la scala di equivalenza che svantaggia attualmente le famiglie numerose con figli minorenni e la durata minima del permesso di soggiorno come requisito, che potrebbe essere ridotta a da 10 a 5 anni. Già, perché a usufruirne non sono solo gli Italiani ma anche gli immigrati. E ora i partiti di maggioranza vorrebbero anche allargare il numero di coloro che vengono mantenuti a spese di chi lavora. Un ulteriore incentivo all’aumento dell’immigrazione.
In sostanza sembra di capire: il reddito di cittadinanza non funzione? Bene: riproponiamolo. È quanto si evince dalle affermazioni di Enrico Letta che, replicando stizzito alle affermazioni della Meloni, ha affermato: “Siamo a favore che si modifichi. Si parta dalle cose che non hanno funzionato e si mantenga però un intervento a favore della povertà che esiste nel nostro Paese”.
Naturalmente non poteva restare fuori dalla contesa il segretario leghista Matteo Salvini, il quale, chiamato in causa dai giornalisti, ha dovuto ammettere “Il reddito di cittadinanza non si è rivelato efficiente. Lo abbiamo votato, è stato un errore”. Semplice, no?
Ma non è finita qui. Più tardi, a chiosa dell’acceso dibattito che la sua affermazione aveva scatenato, sempre la Meloni ha chiarito, anche in risposta a Giuseppe Conte che aveva bollato come “volgari” le sue affermazioni: “Il reddito è stato uno strumento diseducativo – ha affermato la leader di FdI – Lo sviluppo è un modo di liberare la gente dalla povertà, non mantenerla con la paghetta di Stato come vogliono fare i 5Stelle chiaramente per un fatto di consenso. Si tratta di una responsabilità grave che la politica si pone”. E in risposta a Orlando: “Proprio perché so cos’è la povertà la voglio combattere davvero e non la voglio mantenere tale e quale”.