Il reducismo è una vecchia malattia. Non so se esista altrove, ma in Italia è cronica ed endemica. Come il colera a Napoli fra settecento e inizi ottocento. Ci si erano talmente abituati, che non vi facevano (quasi) più caso .
Così il Reducismo. Dai Cavalieri di Vittorio Veneto – che, per lo meno, ne avevano ottimi motivi – alle Sciarpe Littorio della Marcia. Che a cose fatte si moltiplicarono più veloci dei conigli. Per poi svanire, appunto come conigli, nel 1943. Lasciando il posto ai Brevetti Alexandre. Che erano l’attestato di aver fatto la lotta partigiana. La Resistenza. Giorgio Amendola – non io, che sono un bieco reazionario – ebbe a dire che, rispetto alla realtà delle Brigate Partigiane ( di cui era stato un comandante) erano stati moltiplicati almeno per dieci…
Insomma, questa è l’Italia. Terra di Eroi al caffè, per dirla col Trilussa. Di Vantoni, come gli fece eco Pasolini. Terra di reduci. Irriducibili e scontenti.
Già…. scontenti. Perché inguaribilmente nostalgici dei bei tempi. Anche se, poi, tanto belli quei tempi non erano. Cosa c’è di bello nella guerra, nelle privazioni, nella fame? E, soprattutto, cosa si può trovare di bello in una guerra fratricida, sanguinosa, nelle vendette, nelle violenze contro gli inermi?
Eppure così è il nostro carattere nazionale. Non siamo un popolo di soldati, come i Tedeschi. Ma siamo un popolo di reduci.
Come dicevo, irriducibili.
E, in questi giorni, ne sto avendo la riprova. La prova provata.
Il nuovo governo, appena insediato, ha dichiarato, per voce del Presidente (io “Presidenta” mi rifiuto di utilizzarlo) Giorgia Meloni, che la lunga, estenuante stagione del COVID è, definitivamente, chiusa. E, anzi, verrà istituita una commissione di inchiesta per indagare sugli abusi, vere e proprie violenze, cui gli Italiani, per oltre due anni sono stati sottoposti. in nome della salute….e della scienza.
A latere registro l’indignata reazione del duo tragicomico Letta/Speranza. Che ci lascia capire cosa ci avrebbe aspettato se le ultime elezioni fossero andate diversamente. E sospettare che di una qualche inchiesta più di qualcuno abbia paura….e molto da nascondere….
Comunque, la dichiarazione di Giorgia Meloni mi ha fatto piacere… soprattutto perché, parliamoci sinceramente, i margini di autonomia di questo governo – come, per altro, di tutti i governi italiani dal ’45 ad oggi – sono piuttosto limitati. E, ovviamente, non comprendono la politica estera, la difesa e simili. In quello vale pur sempre la legge del vincitore. E noi, Italiani, abbiamo perso. Anche se fingiamo, con noi stessi, che così non sia.
Per cui, con i pochi margini di manovra a disposizione, il nuovo Capo del Governo si è comportata bene. Ha dimostrato coraggio.
E poi mi ha fatto piacere che il neo ministro della Salute, Schillaci, abbia immediatamente dato seguito alla cosa. Con una serie di provvedimenti che cercano, se non altro, di riparare ai molti danni e al molto male fatto alle persone.
Tutto bene, dunque. E si dovrebbe tutti esser contenti, indipendentemente dalle opinioni politiche. A parte quelli che con l’emergenza COVID si sono ingrassati. Ma questo è un altro discorso. Gli sciacalli ci sono sempre, e sempre ci saranno. Purtroppo
Quello, però, che mi lascia stupefatto sono…i reduci. Le vedove e gli orfani inconsolabili della stagione dell’emergenza sanitaria. Quelli che si ostinano a guidare con la mascherina soli in auto. Che passeggiano alle sei col cane, mascherati, in solitudine gelida. Che non frequentano più locali, parenti amici. Che sono corsi a farsi la quarta dose, e anelano, ansiosi, alla quinta. Che hanno il kit di tamponi nel taschino. E lo praticano a se stessi quasi quotidianamente. Tormentando gli sventurati familiari…
Ne conosciamo tutti, vero? E, di giorno in giorno, li troviamo sempre più folkloristici. E ridicoli.
Però, guardateli bene. Negli occhi, naturalmente. Hanno lo sguardo nostalgico. E cattivo. Sono reduci, che rimpiangono la trincea del lockdown, le maschere imposte. Il Green Pass. Erano così felici allora… quando potevano redarguire il vicino che era sulle scale con la mascherina abbassata. O denunciare tre ragazzini che giocavano a calcio…. Come era bello starsene rintanati in casa, prendere lo stipendio senza lavorare, o lavorando in mutande e ciabatte… come si sentivano felici, importanti, appagati. E come è duro, inaccettabile per loro tornare a una, qualche, normalità…
Guardateli bene. E guardatevi le spalle da loro. Sono i veri untori, altro che quelli di manzoniana memoria. Sono i, felici, kapò dei nostri tempi. Sono vedove di Conte. Orfani di Draghi. Reduci irriducibili di Speranza. Non vedono l’ora di tornare a servire un altro padrone. Che, poi, può cambiare nome e volto. Ma, nella sostanza, resta sempre lo stesso….