Da mesi si sente parlare del referendum sulla cannabis legale e moltissime informazioni sono state fornite dai media. Siamo a conoscenza di quali partiti sono a favore e quali sono contro. Ma, nello specifico, quali sono i punti fondamentali di questa proposta? Quali sono le motivazioni dei favorevoli e dei contrari alla legalizzazione della cannabis? Vediamo i dettagli del referendum per la cannabis legale.

Com’è nato il referendum sulla cannabis legale e a che punto siamo
Il referendum per la cannabis legale ha iniziato a circolare grazie a una petizione e ad una raccolta firme sia online sia presso i banchi situati nelle piazze. Il 30 settembre si è conclusa la raccolta ed è stata presentata in Cassazione. Ma cos’è successo nel frattempo?
La Cassazione ha concesso una proroga di 30 giorni per raccogliere le firme, oggi arrivate a quota 630.000, a causa dell’emergenza sanitaria. La Lega e Fratelli d’Italia si sono opposti duramente a questa proroga con un emendamento, cercando di bloccarla e rendere così inutilizzabili le firme raccolte. L’intervento degli altri partiti quali PD, M5S ed Europa+ e l’astensione di Forza Italia, ha fatto fallire questa mossa, che non è quindi riuscita. Per ora il referendum è salvo, ma nello specifico cosa prevede questo Referendum?
Il contenuto del referendum sulla cannabis legale
Gli obiettivi principali che si pone sono di depenalizzare il reato di coltivazione di qualsiasi sostanza entro un massimo di 4 piantine femmine, mentre non sono depenalizzate la detenzione, produzione e fabbricazione di tutte le sostanze che possono essere applicate per le condotte diverse dall’uso personale. Il referendum propone inoltre di rimuovere le pene di detenzione per qualsiasi condotta legata alla cannabis, che non si tratti di traffico illecito o spaccio. Infine si intende eliminare la sanzione amministrativa del ritiro della patente, oggi prevista per qualsiasi condotta destinata all’uso personale di sostanze, mentre rimarrebbe invariata la sanzione per tutti coloro che guidano in stato psico-fisico alterato, così come accade già per l’alcol ed ogni tipo di sostanza psicotropa.

Le ragioni del sì: perché appoggiare il referendum sulla cannabis legale
Questi sono gli obiettivi principali, ma il motivo per il quale il referendum è stato così voluto dagli italiani e ha riscosso successo, ha anche altre ragioni. Secondo un’indagine SWG circa il 58% dei cittadini sarebbe favorevole, principalmente nella fascia tra i 18 e i 45 anni. Tra le più importanti per appoggiare questa proposta troviamo:
Lotta alla criminalità organizzata
la legalizzazione serve a ridurre il mercato delle mafie che da sempre trafficano sostanze stupefacenti, compresa la cannabis. Secondo la relazione annuale del Parlamento sulle tossicodipendenze del 2021, le attività economiche sul mercato nero dei cannabinoidi corrisponderebbero a circa 6,3 miliardi di euro! La legalizzazione sarebbe quindi una potente arma contro la criminalità organizzata.

La cannabis causa meno danni alla salute rispetto ad altre sostanze e ha funzioni terapeutiche
La cannabis è una droga leggera ed ha minore pericolosità persino della nicotina e dell’alcol come analizzato in questo studio. Inoltre dal 2020 l’ONU ha approvato una raccomandazione dell’OMS, cioè l’organizzazione mondiale della sanità che riconosce e facilita l’uso terapeutico e scientifico della cannabis, rimuovendo la sostanza dalla tabella sulle sostanze pericolose e senza funzioni terapeutiche.

La cannabis è utile per risolvere i casi di dipendenza da altre sostanze
La cannabis si è inoltre dimostrata particolarmente utile per uscire da dipendenze da sostanze più pesanti, oltre ad essere una valida alternativa ai famaci oppioidi che con usi prolungati, possono condurre a pesanti dipendenze fino, in alcuni casi, morte per overdose. Il fatto che se ne faccia uso, non implica quindi alcun passaggio ad altre sostanze stupefacenti più pesanti.
Non aumenteranno gli incidenti stradali
Se il referendum verrà approvato, non sarà più prevista la sospensione della patente per la detenzione anche di una piccola quantità di cannabis, ma la guida in alterazione psico-fisica continua ad essere sanzionata penalmente dal Codice della Strada. Nel 2017 è stato pubblicato uno studio sull’American Journal of Public Health intitolato Crash fatality rates after recreational marijuana legalization in Washington and Colorado dove viene ampiamente approfondito l’argomento.
La legalizzazione ha portato a un calo del consumo
Negli Stati Uniti dal 2012 ad oggi, è stato registrato un calo progressivo del consumo tra le persone giovani. In Europa poi il Portogallo, è il Paese che ha il più basso numero di giovani consumatori, nonostante abbia depenalizzato l’uso di ogni sostanza nel 2001. Di fatto quindi la legalizzazione si è mostrata ad oggi l’unica arma per allontanare i giovani dal consumo di sostanze stupefacenti. Di sicuro va abbinata a un’importante campagna informativa.
La legalizzazione riduce i costi che la cannabis causa alla società
La cannabis che troviamo oggi in commercio è di pessima qualità, piena di sostanze nocive per la salute come lacca, piombo e lana di vetro. Le carceri italiane ospitano oltretutto una grande quantità di tossicodipendenti, oltre il 40%, senza la possibilità di ricevere una riabilitazione, come spiegato in questo studio. Questo dato è preoccupante perché mostra come il nostro sistema penitenziario sia il più affollato d’Europa, costituendo quindi una spesa ingente per lo Stato e di conseguenza per i cittadini.
Le ragioni del no: chi si oppone al referendum

Chi si oppone al referendum principalmente sostiene che:
- la legalizzazione non serva a ridurre il mercato delle mafie
- non esistano droghe leggere e droghe pesanti
- la cannabis sia una droga di passaggio e porti quindi a consumare droghe più pesanti
- la legalizzazione aumenterà il consumo dei giovani
- ci saranno molti costi sanitari
- il referendum promuova una “cultura dello sballo”
- si potrà guidare sotto l’uso della sostanza
- l’uso della cannabis crei buchi nel cervello
- se passerà questo referendum, si legalizzeranno anche le droghe pesanti.
Come spiegato poc’anzi nelle ragioni del sì, tutte queste teorie si sono rivelate essere delle fake news che circolano sul web tra gli oppositori. Sono infatti state smontate una per una da fatti e prove scientifiche. Ad esempio, per quanto riguarda gli studi per trovare questi buchi nel cervello, non hanno dato particolare successo. In particolare un’esperimento fatto su due gemelli, dove uno fa uso di marijuana e l’altro no, non è stato riportato alcun danno alle funzioni psichiche e motorie, cosi come il quoziente intellettivo è rimasto invariato, studio di Mocrysz e coll. J Psychopharmacol del 2016.
Per questi ed altri motivi, la nostra società è pronta ad affrontare questioni spinose ma importanti. Adesso non resta che vedere se anche la politica è pronta a fare lo stesso passo che hanno già fatto molti Paesi industrializzati prima di noi, prendendo in mano la situazione senza lasciare spazio al narcotraffico da parte della criminalità organizzata, e attuare una scelta nell’interesse dell’Italia e degli italiani.