Teresa Bellanova, ministro delle politiche agricole e forestali, eletta nelle liste del PD e poi passata nel gruppo Italia Viva di Matteo Renzi, ha minacciato di rassegnare le proprie dimissioni se nel decreto di maggio (quello che doveva essere il “decreto aprile”, ricordate?) non sarà inserita la regolarizzazione di 600.000 immigrati.
Il motivo sarebbe quello di consentire ai produttori agricoli delle regioni del sud la raccolta dei pomodori che inizia in questo periodo.
Peccato che “la ministra” non sia stata informata che gli immigrati impegnati in agricoltura in quelle regioni siano – fonte Coldiretti – molti di meno: circa 40.000 in Puglia, 30.000 in Sicilia, 20.000 in Calabria e in Campania, meno di 10.000 in Basilicata. Su tutto il territorio nazionale, sempre in base a quanto comunicato dalla maggiore organizzazione italiana degli imprenditori agricoli, sarebbero poco meno di 350.000. Va ricordato però che la maggior parte di questi, provenienti non solo dall’Africa ma da molte altre regioni del Mondo, sono già provvisti di regolare permesso di soggiorno.
Pertanto non stupisce che contro le intenzioni della Bellanova si siano schierate importanti componenti del Governo, a partire dal M5S, più preoccupato che il provvedimento possa favorire le opposizioni che non per i suoi effetti.
Tuttavia al fianco del ministro si sono schierati importanti settori della società: naturalmente il Partito Democratico e Italia Viva, a cui si sono aggiunti i sindacati, la Caritas, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico e persino il Papa in una delle sue omelie mattutine.
Possibile che nessuno si sia preoccupato che il provvedimento favorisca anche le centinaia di migliaia di immigrati che non sono impiegati in agricoltura, anzi, che non sono impiegati per niente? Pensiamo a coloro che intasano le nostre banlieue, agli affiliati delle varie mafie africane, agli spacciatori che popolano parchi e periferie. Tutti regolarizzati? Tutti a carico delle cooperative create ad hoc (non “ad ok”, come scrivono quelli di Repubblica…) che già oggi prosciugano i conti dello stato grazie ai malaugurati provvedimenti dei governi degli ultimi anni?
Possibile che mentre l’Italia chiede di riaprire per non andare definitivamente in bancarotta, i rappresentanti di questo governo si accapiglino intorno a questo provvedimento?
E nel frattempo gli sbarchi sono ripresi, senza mascherine, senza guanti, senza tamponi, senza distanziamento sociale nei centri di raccolta, e così via.
Mentre Soros, nel suo rifugio ben protetto, ridacchia alle nostre spalle.