Missione impossibile quella di Nordio come ministro della giustizia. Come si può pensare di garantire giustizia ai sudditi quando, nell’arco di pochi giorni, una sentenza ha stabilito che le vittime di un terremoto sono corresponsabili della propria morte poiché si sono fidate delle indicazioni dei tecnici; un altro giudice ha immediatamente scarcerato (mandandolo ai comodi arresti domiciliari) il responsabile di un incidente stradale con morti al Nord dopo la condanna; un altro giudice ha mandato ai domiciliari la responsabile di un altro omicidio stradale sotto effetto di droga e alcool?
Senza dimenticare i giudici che mandano liberi gli spacciatori di droga arrestati più volte al giorno; i giudici che chiudono gli occhi di fronte a grandi risorse che scippano quotidianamente sui mezzi pubblici; i giudici che mandano liberi i componenti delle gang giovanili, spesso stranieri o figli di stranieri, che aggrediscono, rapinano, violentano; i giudici che non intervengono contro chi occupa abusivamente le case altrui, magari approfittando di un’assenza per un ricovero in ospedale del proprietario o del legittimo affittuario.
Una situazione drammatica. Con i sudditi costretti a pagare tasse eccessive per mantenere un sistema giudiziario che non funziona (per usare un eufemismo). Però, se non funziona, la responsabilità è anche della politica. Soprattutto della politica. Perché le leggi fatte dalla politica lasciano spazi eccessivi alla interpretazione – spesso ideologica – dei magistrati.
Ci si ritrova, così, con vittime di pestaggi, furti ed aggressioni, che vedono i criminali rimessi immediatamente in condizioni di ricominciare con pestaggi, furti ed aggressioni. Senza nemmeno un briciolo di risarcimenti. E quando non bastano i criminali ci pensa lo stato. Che obbliga le vittime a restituire i soldi dopo valanghe, terremoti, alluvioni.
Nordio può davvero metter fine a tutto questo spettacolo indecoroso?