Totti e Illary, li ha definiti Fiorello a Viva RAI 2. E probabilmente ha ragione. Perché Renzi e Calenda non fanno ridere come Gianni e Pinotto, come Totò e Peppino, come Walter Chiari e Campanini. Sì, la loro storia è talmente squallida e triste da ricordare quella dell’ex calciatore e dell’ex consorte.
Un partito mai nato, anche perché le due formazioni che avrebbero dovuto sciogliersi per crearlo – Azione e Italia Viva – sono già state sciolte dagli elettori. E, inevitabilmente, la rottura si è acuita dopo la decisione di Renzi di andare a dirigere il Riformista, un giornale che non esiste, come il loro partito.
O come il loro programma. Perché, in fondo, un partito dovrebbe persino avere un briciolo di programma. Magari copiato, per nulla credibile. Ma almeno qualcosa. Invece niente di niente. L’unica attività è stata rappresentata dalla campagna acquisti di ex berlusconiani e dall’impegno nel garantire seggiole e strapuntini ai propri fedelissimi.
Paradossalmente il Terzo Polo avrebbe dovuto prosciugare Forza Italia, in difficoltà per la crescente debolezza fisica e mentale del leader, e invece i berluscones sono al governo ed i transfughi sono scomparsi dai riflettori.
Ma è il ruolo di un centro di questo tipo ad essere messo in dubbio. E non solo perché i due leader, ma anche i loro compagni di partito, sono decisamente antipatici. È la mancanza di qualsiasi prospettiva di cambiamento. È il servilismo nei confronti dei poteri forti. Il tutto accompagnato dalla mancanza di qualità dei politici. Come si può essere credibili quando ci si presenta con Gelmini? O quando si insiste con Bellanova?
Calenda non vuole rinunciare ai suoi atteggiamenti da ricco romano vizuato e non capisce che sono insopportabili per la stragrande maggioranza degli altri italiani. E Renzi gioca su tutti i tavoli possibili ma a forza di fare il furbo si ritrova con un partitino che viene doppiato persino da formazioni improvvisate tipo Novax.
Ora dovranno, Calenda e Renzi, provare a crescere, a diventare adulti. Difficile ipotizzare un innamoramento per Schlein. Inutile il tentativo di allearsi con l’altrettanto inutile Bonino: due zoppi insieme non fanno un centometrista. Improbabile una corsa verso Forza Italia da una posizione di estrema debolezza.
Renzi, magari proprio utilizzando il Riformista, avrebbe la chance di costruire un centro di studi e proposte, trasformando la Leopolda in qualcosa di più utile rispetto alla passerella di oligarchi e speculatori. Al contrario Calenda, con la spocchia di figlio di papà e di nipote del gotha romano, avrà più difficoltà nel trovare seguito fuori dal grande raccordo anulare di Roma. Però potrebbe incontrarsi con lady Garbatella ed il suo cerchio magico.