..E poi arriva D’Alema e spariglia. Il Pd vivacchiava tranquillo con il suo 20% dei sondaggi, attendeva sereno che il declino dei pentapoltronati portasse nuovi elettori (possibilmente quelli vecchi, fuggiti per seguire Grillo ed ora pronti a tornare all’ovile), si preparava ad imporre al centrodestra un proprio candidato per il Quirinale in nome della concordia nazionale da cancellare subito dopo l’elezione. Insomma tutto procedeva per il meglio per il sonnacchioso Letta. Ed anche il suo progetto di “campo largo” e di “agorà” andava avanti nel disinteresse generale e, dunque, senza grattacapi.
Poi, però, dall’esilio è rientrato Baffino ed ha subito sconvolto i piani di Letta e del Pd. Non è che le accuse rivolte da D’Alema a Renzi fossero particolarmente pesanti. E poi era stato Renzi a mandare in fumo il progetto di eleggere Prodi al Quirinale la volta precedente. Era stato Renzi a spaccare il Pd, a flirtare con Berlusconi, ad andarsene creando un nuovo partito. Ed era stato sempre il Bugiardissimo a tradire e silurare Letta. Dunque le critiche di Baffino erano perfettamente in linea con quella che dovrebbe essere la posizione di Letta e del Pd.
Invece non è così. Perché Letta, in questo frangente, ha assoluto bisogno di Renzi per far eleggere un uomo o donna di sinistra al Quirinale. E se fa irritare il Bugiardissimo toscano, c’è il rischio che l’ex compagno Matteo si schieri con i berluscones. Non solo per le presidenziali.
I numeri indicati dai sondaggi sono impietosi per Renzi. Con uno sbarramento anche minimo, rischia di non entrare in parlamento. E lo stesso vale per i cespuglietti litigiosi della sinistra. Dunque occorre trovare case più comode, confortevoli. Magari un bel partito già ben strutturato, disposto a subaffittare qualche poltrona ed uno sgabuzzino. D’Alema e Renzi hanno difficoltà a convivere sotto lo stesso tetto. Quindi tocca a Letta scegliere se puntare sull’usato sicuro di Baffino (presuntuoso, arrogante, fastidioso e intelligente) o sulla mina vagante del Bugiardissimo (intelligente, inaffidabile, amorale, sostanzialmente berlusconiano).
Però, scegliendo D’Alema, si consegnerebbe Renzi al centrodestra. Soprattutto a Forza Italia poiché Renzi è sostanzialmente allineato a Berlusconi ma è molto più abile di Tajani. Un’alleanza centrista destinata a trasformarsi in fusione dopo il trapasso del sultano di Arcore. Mentre se Letta scegliesse Renzi si ritroverebbe con un alleato di cui non può fidarsi ma perderebbe un fastidioso grillo parlante di cui, elettoralmente, può fare anche a meno.