I sondaggi non decollano e Matteo Renzi torna a minacciare la crisi. Prima o poi si renderà conto che minacciare con una pistola scarica non è proprio il massimo. Dunque o la carica e spara o la smette di blagare. Per ora l’unico risultato che ha ottenuto è superare di mezzo punto il rivale Calenda: uno scontro tra titani, indubbiamente. Se passerà il proporzionale con sbarramento, resteranno a casa entrambi.

Ma i sondaggi non sono incoraggianti neppure per il centrodestra. Certo, sono ipotesi di voto e non consensi reali. Però erano credibili quando la Lega veleggiava verso il 40% e sono diventati inattendibili con i consensi quasi dimezzati. Ed anche Fdi non cresce più, seppur sia ormai su livelli elevatissimi. Mentre Forza Italia resta abbondantemente al di sotto del 10%.
Sul fronte opposto continua la caduta del Movimento 5 Stelle, non compensata dalla continua ma lenta risalita del Pd.
Tendenze che possono cambiare con rapidità. Ma che non cambiano, perché i partiti non fanno assolutamente nulla per modificare la situazione. Il Pd approfitta del traino assicurato dall’essere al governo, nonostante i disastri provocati da ministri come De Micheli. Ma essere al governo, con ministri imbarazzanti, provoca la flessione inarrestabile dei 5 Stelle.
L’oppofinzione latita, senza idee e senza proposte. Non sa comunicare, non vuole comunicare. Assiste impotente ed irrilevante alla distruzione del Paese e si limita a qualche strillo di circostanza o al patetico trionfalismo quando riesce a far aggiungere qualche mancia di propria iniziativa allo sperpero messo in atto dal governo degli Incapaci.

Litiga al proprio interno per poltrone che non ha, e quando le ottiene le fa occupare dagli avversari per evitare ogni rischio di dimostrarsi inadeguata. Non sa gestire i rapporti con un pessimo presidente come Mattarella, schiacciata dal rispetto istituzionale che impedisce di denunciare le scorrettezze.
Ovvio che, in questo scenario, Renzi ritenga di poter fare ciò che vuole pur non avendo né i numeri né la qualità. Basta un suo gemito per conquistare le prime pagine dei giornali e, sotto questo aspetto, è più abile di Calenda che avrebbe maggiore sostanza ma non la capacità di comunicare con efficacia.