Da Maria Elena a Mara. Da segretario del Pd a ricostruttore della balena bianca democristiana, anche se la balena è molto dimagrita. Matteo Renzi chiude la Leopolda minacciando un ritorno alle urne nella prima metà del prossimo anno. Avverte che sarà lui il manovratore dell’elezione del presidente della repubblica, si accorda con Salvini per una nuova legge sull’omofobia che tagli fuori gli ottusi pasdaran che volevano eliminare la libertà di pensiero.
Cerca una conclusione con fuochi d’artificio, ma assomiglia molto di più ad una grigliata sovrabbondante. Il sogno è chiaro: un nuovo centro che, per forza di cose, dovrà comprendere Calenda, +Europa, Brugnaro, Toti e, soprattutto, buona parte di Forza Italia. Per ottenere un simile risultato il Bugiardissimo è pronto a lasciare il posto di comando a Carfagna per ritagliarsi quello di Machiavelli (ne ha fatto un pubblico elogio), visto che come Cesare Borgia ha ampiamente fallito.
Ovviamente Silvio Berlusconi non ha perso tempo per presentare i suoi progetti. Ha “scoperto” che il reddito di cittadinanza è buono e giusto, che i grillini sono potenziali compagni di viaggio, che il centrodestra è unito e che il candidato premier verrà scelto successivamente. Magari potrebbe essere Renzi, tanto per gradire. Soprattutto se Matteo dovesse appoggiare il sultano di Arcore nel suo sogno di conquista del Quirinale.
Tutti impegnati ad individuare tattiche e strategie, nessuno che provi a delineare un progetto, ad elaborare un’idea. Potrebbe essere sufficiente per Renzi ed i suoi alleati, certo non per le destre che rischiano di essere estromesse da un’alleanza centrista. Perché il Bugiardissimo cerca accordi a prescindere dai programmi, come si è visto in Sicilia proprio con l’accordo raggiunto con Forza Italia. Un’alleanza che rischia di avere successo per l’elezione del sindaco di Palermo, per poi sfasciare la coalizione di centrodestra per le successive elezioni regionali.
Negli Usa Murdoch sta insistendo con i repubblicani affinché si rendano conto dei cambiamenti in atto nel mondo ed elaborino delle risposte credibili per le nuove sfide. Lo stesso dovrebbe valere per le destre italiane. Invece nulla. Sta cambiando l’economia, cambiano rapidamente gli scenari internazionali, cambia la società anche in conseguenza dei virus, cambia l’attenzione all’ambiente. Servono risposte sulla cultura, sulle comunicazioni, sul mondo dell’informazione. E invece le uniche risposte sono gli slogan altrui ripetuti in tv o i fondamentali confronti tra panini con la salsiccia e croissant con la nutella. Davvero troppo poco.