A volte ritornano. E ne faremmo volentieri a meno. La campagna elettorale – che si annuncia molto lunga perché sarà difficile conciliare i continui arresti domiciliari con un voto in primavera – per l’elezione del nuovo sindaco di Torino ha riportato alla ribalta Nostra signora degli esodati, la lacrimosa professoressa Elsa Fornero. L’ex ministro che, con una politica sciagurata, ha contribuito non poco a creare il clima generale di depressione per il quale, oggi, si lamenta dalle pagine cittadine del Corriere della sera. Lei che, con il suo sodale Mario Monti, si prefiggeva di normalizzare l’Italia rendendola grigia e spenta.

Difende, Elsa la Belva, un’élite subalpina che è stata solo una deleteria oligarchia. E finge di non capire – finge, perché la signora è indubbiamente intelligente – che sono stati proprio i comportamenti di questa oligarchia a provocare la fuga dei giovani da Torino. Ma senza giovani, ammette madame, non c’è futuro per la città.
Ovviamente in tutta l’intervista non c’è una sola parola di autocritica. Manco fosse arrivata da Marte la scorsa settimana. Eppure la crisi di Torino è la conseguenza dei disastri economici, culturali, morali, provocati dall’entourage di Fornero. È questa oligarchia arrogante, supponente, cinica e spesso vigliacca ad aver ucciso la città. Ad avere distrutto l’anima torinese per evitare ogni ribellione, ogni colpo di testa, ogni tentativo di uscire dal solco del pensiero unico obbligatorio, del politicamente corretto.
Banalità a raffica spacciate per grande pensiero illuminato, convegni autoreferenziali, nomine e promozioni riservate a figli, nipoti, amanti ed amici. E di fronte al disastro, gli oligarchi hanno continuato a pontificare. Pronti, adesso, a rientrare in gioco a prescindere dal candidato vincente, a prescindere dagli schieramenti.

Il Sottosistema Torino è già contaminato dai rappresentanti, pessimi, del vecchio Sistema. Gli oligarchi non compaiono più in prima fila, stanno dietro le quinte, si trasformano in consiglieri. La gente che dà buoni consigli perché non può più dare il cattivo esempio. Forse De Andrè aveva conosciuto i padri degli oligarchi attuali.
Così c’è di nuovo spazio per le perle di saggezza di Fornero. Mentre neppure chi sostiene di fare opposizione osa protestare contro l’invasione, nel proprio schieramento, dei consiglieri che rappresentano una visione del mondo che dovrebbe essere opposta.