La mancanza di politiche risolutive pone l’accento sul grave problema che costituisce da sempre una grave minaccia per l’ambiente: la plastica. Più della metà dei rifiuti in plastica finisce nei termovalorizzatori e nelle discariche.
Il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero degli imballaggi di plastica, mette in evidenza che nonostante l’impegno dei cittadini italiani, solo circa il 43 per cento viene realmente trasformato in nuovi oggetti, un altro 40 per cento finisce nei termovalorizzatori per la produzione di energia e il 17 per cento in discarica.
Come avviene in altri Paesi fatichiamo a ridare vita a questa ingente mole di materiali. L’Italia rimane comunque un Paese virtuoso, negli ultimi anni la percentuale del recupero dei rifiuti sfiora l’80 per cento, contendendoci con la Germania il primato europeo nel settore. Passi da gigante se si pensa che nel 1998 si raccoglievano 1,8 chili di materiale polimerico per abitante mentre oggi siamo arrivati a circa 18 chili per cittadino. Il recupero degli imballaggi di plastica è cresciuto in modo esponenziale, portando un beneficio economico di oltre 2 miliardi di euro per la materia prima non consumata per la produzione di energia e il risparmio di CO2.
La plastica può rappresentare una risorsa economica, così CIFA (Ong torinese che dal 1980 si occupa di adozioni e progetti di cooperazione internazionale) ha avviato da tempo in Etiopia un progetto volto a migliorare la gestione dei rifiuti solidi urbani. Il nome del progetto è “100%plastica” ed è stato avviato ad Assawa, a circa 300 chilometri da Addis Abeba, in un area che ha visto l’aumento della popolazione del 5 per cento negli ultimi anni.
In Etiopia la carenza della Gestione dei rifiuti solidi urbani (RSU) rappresenta un problema perché favorisce l’accumulo e il disperdersi di plastica abbandonata nei corsi d’acqua, zone residenziali, strade e fognature che sono spesso la causa di intasamenti di canali, aumentando così il rischio di inondazioni durante il periodo delle piogge. Cifa, attraverso un miglioramento della gestione dei RSU, promuove ad Assawa corsi di formazione e l’accompagnamento professionale per oltre 400 raccoglitori, strutturando la filiera di raccolta differenziata-selezione-riciclo della plastica.
I rifiuti possono rappresentare una risorsa, in un Paese come l’Etiopia, in un’Africa che rischia di soffocare in un mare di bottiglie di Pet.
Il progetto “100% plastica” coinvolge le fasce più deboli della popolazione che vive in estrema povertà, lavorando per la creazione di un piano RSU, che sia sostenibile sul lungo termine. Si agisce all’interno delle scuole primarie per aumentare la consapevolezza e la sostenibilità ambientale, affermando che un futuro migliore passa attraverso un mondo più pulito. Una volta in mare la plastica inizia la sua frammentazione ricoprendo alghe che vengono ingerite dalla fauna, modificando la catena alimentare e arrivando sulle nostre tavole, un motivo in più per sostenere l’impegno e il valore di riciclare plastica.