Uno dei più importanti ed influenti scrittori in lingua francese del Novecento non era nato in Francia.
Si tratta di Emile M. Cioran che nasceva l’8 aprile del 1911 in uno sperduto paese della Transilvania quando questa regione faceva ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico.
Filosofo, polemista e aforista tra i più apprezzati dello scorso secolo, Cioran si era trasferito a Parigi all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, per rimanervi come apolide fino alla morte sopravvenuta a Parigi nel 1995.
Qui prese le distanze da ogni movimento politico e in particolare della gauche che tanto lo corteggiò perché si lasciasse intruppare nelle sue fila. Ciò gli costò l’emarginazione che lo costrinse a una vita in povertà, solo in parte mitigata in vecchiaia.
D’altra parte come avrebbe potuto aderire alla sinistra intellettuale dell’epoca un uomo che in gioventù era stato molto vicino al movimento rumeno della Guardia di Ferro del “Capitano” Corneliu Zelea Codreanu, la formazione politica di ispirazione fascista e nazionalista nella quale ebbe modo di conoscere il grande studioso delle religioni Mircea Eliade e il futuro commediografo Eugène Ionesco, che gli restarono amici e fedeli anche nel dopoguerra.
Il suo “sistema” filosofico è, sulla scia di quello di Nietzsche (al cui pensiero si ispirava), del tutto asistematico. Profondo è il suo rifiuto per le regole e il formalismo accademico: Cioran non pretendeva di spiegare e dimostrare, ma solo mostrare cos’è la vita parlando di se stesso come uomo e non dell’astratta umanità. Da questa impostazione teorica deriva la sua scelta di usare l’aforisma, il saggio breve o brevissimo come strumento di comunicazione. Un metodo che ha fatto sì che a stimare i suoi scritti non siano stati gli accademici ma la gente comune.
Molto conosciuto e ammirato in Francia, in Italia il suo primo libro fu tradotto e pubblicato soltanto nel 1969 dalle Edizioni del Borghese. Si trattava di Storia e Utopia, un testo composto da saggi brevi in cui l’autore manifestava la sua profonda avversione nei confronti del mondo moderno visto con la lente di uno spiccato pessimismo.
In seguito la casa editrice Adelphi decise di pubblicare gran parte della sua produzione. E ancora oggi i suoi libri continuano ad essere ristampati, letti ed amati anche da noi.
In questi tempi atroci titoli come Squartamento, La Tentazione di Esistere, Il Funesto Demiurgo, L’Inconveniente di Essere Nati, si dimostrano particolarmente profetici. Non cercate tra le sue pagine consolazione ed ottimismo: non ne troverete traccia. Vi scoprirete invece un’amarezza e una disillusione nei confronti dell’esistenza mitigate da un’onnipresente ironia. La stessa ironia che stemperava il pessimismo di Leopardi, autore a cui Cioran si sentì sempre particolarmente vicino.