C’era una volta…
No, tranquilli. Non ho intenzione di continuare a scriver fiabe. Non sono Brentano. E neppure un Costantino Nigra, capace, tra una trama diplomatica e l’altra, un colloquio con il Conte di Cavour, e i baci rubati ad un’Imperatrice, di raccogliere anche le fiabe del suo Piemonte…
Io stavo cercando solo un modo per iniziare… Dunque
C’ era una volta… La ricreazione. Quella scolastica intendo. L’intervallo, o come diavolo volete chiamarlo…
Che era, a seconda dei punti di vista, Il paradiso o l’inferno. Paradiso per gli studenti, che si scatenavano come torme di selvaggi dediti a culti orgiastico – tribali, correvano per i corridoi, schiamazzavano, fumavano nei bagni, corteggiavano disperatamente la rossa, fatale e distaccata, della classe accanto….mettevano in atto tentativi di seduzione che avrebbero ricevuto il plauso di Filippo Tommaso Marinetti. Che nel suo “Come si seducono le donne”, aveva tessuto l’elogio, novello Ovidio, di un’Ars Amatoria adattata ai ritmi, sempre più forsennati, di modernità trionfante… E soprattutto, gli studenti, mangiavano. Di tutto. Pizza rossa fredda, pizza bianca farcita con la mortadella, brioches, ciambelle, patatine, snack dolci e salati, merendine sature di, nocivo, olio di palma… e, proprio per questo, più gustose…

Inferno era, invece, per i professori. Per lo meno per quelli che, con astruse e assurde circolari della Presidenza, venivano gravati dell’onere della sorveglianza. Ossia si trovavano scaricate sulle spalle, con il più classico scaricabarile, le responsabilità, civili e penali, di ogni cosa quella torma di diavoli avrebbe potuto combinare… Perché, provate ad immaginare… in scuole con centinaia di studenti che si riversano tutti insieme nei corridoi, cambiano aula, si mescolano… Tu, in maggioranza, manco li conosci. Già hai poca autorità sui tuoi, pensa sugli altri… Però sei responsabile se due si accoppiano come ricci in un bagno… e che? Hai la vista a raggi x come Superman per vedere oltre le porte? Sei responsabile se uno si fa una canna… e se le fanno in tanti, e il Preside lo sa, e lo sanno i Carabinieri che sta roba, o peggio, gira, e tanta. Ma tutti fanno finta di niente, e tuttavia tu sei responsabile… E non puoi manco arrischiarti ad andare a prendere un caffè, perché se nel frattempo un coatto laziale mena a un coatto romanista, o viceversa, dopo apriti cielo…

Però era anche, quella ricreazione, un momento non privo di una sua importanza educativa. Serviva a scaricare la tensione dei ragazzi. A rigenerare le loro forze. Era il caos senza il quale non si può tornare al cosmos. All’ordine. E serviva a conoscerli. Ogni buon insegnante, che non si limitasse a far scuola solo perché incapace di ogni altro lavoro produttivo, lo sa bene. O meglio, lo sapeva….
Perché oggi la ricreazione è finita. Gli studenti sono vincolati ai protocolli Covid. Devono stare immobili al banco. Con la mascherina. Dieci minuti così. Possono mangiare, sempre che il docente, troppo zelante o troppo impanicato (come dice mio figlio, noto negazionista) non vieti loro di abbassarsi la mascherina perché potrebbero trasmettere il morbo… E mangiare col bavaglio….
Insomma, l’intervallo – improprio ormai definirlo ricreazione – è diventato una sorta di incubo. Dieci minuti davanti a volti depressi. Ad occhi attoniti. Spesso incapaci persino di parlare… Eppure certi insegnanti sembrano, tutto sommato, contenti. Vigilano peggio dei pittbull. Pronti ad azzanare al minimo sgarro. Si sentono finalmente autorevoli. In grado di governare la situazione. Di tenere la disciplina… E non colgono la differenza fra autorità, che ti viene riconosciuta per ciò che sei, e volgare autoritarismo. Che viene imposto con l’uso strumentale della paura.

Non la colgono e non la possono cogliere. Perché, in fondo, di questo autoritarismo stupido e tirannico, cieco e ottuso sono tanto strumenti, quanto vittime. Sono solo l’ultimo, infimo anello di una catena che parte dal dispotismo dei DPCM, dalle vessazioni del regime teocratico sanitario, e giunge sino a loro. Rendendoli, nel loro piccolo, carnefici. La più spietata tirannide infatti non è mai prodotta da un solo uomo, o da una ristretta oligarchia al potere. Ha bisogno di complici. Di vittime pronte a divenire esecutori. Vittime che provano la, triste, libidine di vendicarsi sugli altri. Sui più indifesi.
È una catena diabolica. Che fa leva sugli aspetti più foschi, e disgustosi, della natura umana.
Perché tutti, in fondo, ambiscono ad essere tiranni. Ben pochi aspirano ad essere uomini liberi. O, semplicemente, Uomini.
Così il prof. tiranneggia i ragazzini impedendo loro pochi minuti di, necessario, svago.
Così un mediocre Presidente di Regione, insuperbito da una stampa che, senza senso del ridicolo, lo chiama, pomposamente, Governatore, annuncia la nuova chiusura di locali e simili – che porterà alla rovina migliaia di famiglie – con la frase arrogante
“La ricreazione è finita!”
Ed è davvero finita, la ricreazione. Prima o dopo, però, le sentine di collera troppo a lungo compressa, finiscono per scoperchiarsi…E allora…
2 commenti
Nella societá in cui vengono creati problemi a tavolino,che poi si realizzano con facilitá data la mediocritá dei tanti, si tengono giá pronte le “soluzioni’,false,per risoverli.
Problema/Reazione/Soluzione,questa la triade con cui si domina.Così, chi viene foraggiato per produrre sieri salvifici,è anche produttore di magiche pozioni antidepressive,elargite perfino a bambini troppo rumorosi,a caro prezzo,in due sensi.
Del resto siamo nell epoca dell invocazione di fantastici team di supporto psicologico anche per sostenere persone che hanno visto crollare,per eventi naturali, una parte di cimitero dove risiedevano i proprî cari…Non è un pensiero blasfemo il mio,irrispettoso.Semplicemente scrivo ció che ho visto ed ascoltato in tv, dove tutti rilasciano interviste,anziché riflettere sugli eventi o elaborare un lutto.
Si invocano esperti,magari gli stessi assistenti sociali che letteralmente strappano figli alle proprie famiglie,non di certo le peggiori,non cattivi genitori.
La psichiatria alla moda e l assistenzialismo, nuove frontiere del progresso.Bocche che si riempiono di parole altisonanti,scuole che diventano aziende che si propongono al mercato con decine di nuovi indirizzi,inutili,vuote parole.L incompetenza sovrana nell era degli indirizzi specifici.
Senza via d uscita,troppo potenti i mezzi dei pochi,troppo diligenti i loro tanti soldatini.
Quando anche la BANLIEU viene utilizzata come cavallo di Troia(piccolo es che nasce da una notizia di ieri),non c è più possibilitá di capire i fatti per le nuove generazioni.
Scrivere è esercizio di pensiero,anche senza volerlo,quando si scrive un commento spontaneamente,ma poì muove altro sedimentato in noi, completamente inerme, statico,non ricordo.
La mano che scrive lo riattiva,in una sorta di senso biunivoco.
Così,mentre ho inviato il commento,mi sono ritrovata a sedere in classe negli anni del liceo,durante la ricreazione.
Restavo seduta,sempre,qualcuno me lo faceva notare ancora anni dopo,quando raramente ho incontrato compagni di classe.
Detestavo quel momento di sfogo imposo,dettato da una norma regolatrice,che sfociava, talvolta,in uno stupido eccesso, ai danni di quei rari insegnanti più seri,più liberi, più aperti al buon senso reciproco.
Quelli che ora,il mondo dell efficienza sul nulla,degli estetisti e non dell esteta,degli chef a 5 stelle che ti vendono croste di gorgonzola o vermi della farina a mo’di succulenti crostacei,dei talent e non dei talenti e la parabola che li racconta,delle scuole/reality,quelli ,dicevo,che ora verrebbero definiti “sfigati”,parola simbolo che racchiude la bassezza della nostra epoca,povera come la sua lingua.
Seduta a quel banco,osservavo,invano cercavo dialoghi,impossibili durante le ore di lezione o qualcosa che urgeva in quel momento.Ma, per i compagni di banco, era un peso approfondire qualcosa non finalizzato,direttamente,ad un voto.La crescita del sé richiede fatica ed è facilmente rimossa dal potere esercitato dai voti sui programmi da studiare.
Seduta a quel banco ero giá la più rassicurante dei ribelli, del tutto “normale” nell abito,ma granitica,ben lontana da future pailletes e lustrini su abiti rock.
Ora che la ricreazione è bandita dai miei cari compagni di banco,assurti ad amministratori dopo essere stati amministrati con lo stesso autoritarismo,io sarei in piedi,contro.
Come dice un Maestro,l anima nasce dal dolore(come la poesia),ma viviamo in un’epoca di antidolorifici.