Ripartire dalle Alpi. Ripartire a livello di individui che compongono una comunità. Ripartire dalla valorizzazione delle competenze. Ripartire dalla sostenibilità. Al workshop annuale del think tank Il Nodo di Gordio intervengono esponenti del mondo della montagna e sottolineano il ruolo fondamentale delle Terre Alte. Con sensibilità differenti, ma con la convinzione condivisa che le Alpi possono essere protagoniste del futuro europeo. A patto, però, di un radicale cambiamento nell’approccio.
Tra Terre Alte e territori circostanti – sottolinea l’ambasciatore sloveno Tomaz Kunstelj – accolgono 80 milioni di abitanti dei diversi Paesi. Sono la colonna vertebrale dell’Europa, la parte più dinamica, trainante. Ma le nuove sfide richiedono risposte differenti dal passato. A partire dal turismo e dal rapporto con l’ambiente. Le principali località slovene – spiega l’ambasciatore – stanno studiando quale sia il limite dei turisti accettabili per non snaturare il territorio. Stanno valutando come combattere l’innalzamento del costo della vita trainato dai flussi turistici.

Non è certo solo un problema sloveno. E mentre alcune località delle Alpi del Nord Ovest pensano a distruggere valloni incontaminati per costruire impianti di risalita che arrivino sempre più in alto alla disperata ricerca della neve che non c’è più, Mariano Allocco (assessore di Elva) e Gabriele Lice (sindaco di Prazzo), ribattono che nei loro territori gli impianti di risalita non ci sono e non li vogliono. Preferendo puntare su un turismo sostenibile, spalmabile sull’intero anno, e perfettamente in grado di garantire un reddito agli operatori locali. Senza colate di cemento inutili, senza distruggere boschi e valli.
Per questo, aggiunge Franco Moar sindaco di Palù del Fersina, i fondi del Pnrr sono importanti, purché utilizzati in maniera intelligente. E per Federico Samaden, presidente della Fondazione De Marchi, precisa che la maniera intelligente è quella della valorizzazione delle competenze, delle conoscenze, delle sapienze. Non corsi universitari estranei alla realtà ed al territorio, bensì l’analisi delle competenze già esistenti e nuovi accordi personali, individuali, per attrarre le professionalità mancanti. Iniziative concrete, insomma, non voli pindarici per regalare soldi agli amici degli amici per progetti inutili e spesso dannosi.