Non solo una crisi politica causata da Italia Viva e dal suo leader Matteo Renzi, ma anche un esecutivo che si trova a fare i conti con il flop sul “Decreto Ristori”. I contributi a fondo perduto per le attività economiche del Paese, i bonus per lavoratori e il rifinanziamento della cassa integrazione non sembrano funzionare.
Come è stato evidenziato più volte, i “decreti ristori” sono arrivati tardi e non sono stati sufficienti a coprire le perdite di commercianti e artigiani. Le motivazioni sono sempre le stesse, un’inefficiente burocrazia e insufficienti somme ricevute, che non hanno coperto neanche le spese di bollette, contributi INPS o affitti dei locali.

È stata proprio la CGIA a chiedere all’esecutivo di passare dai “ristori” ai “rimborsi”. Molte nazioni europee e la stessa Ue proseguono in questa direzione. Si rende necessario almeno un indennizzo pari al 70 percento dei mancati incassi, così come è stato stabilito dalla Commissione europea.
Gli Stati membri possono erogare aiuti fino al 90% dei costi fissi delle imprese che, per effetto del Covid, abbiano subito una calo del fatturato di almeno il 30%. Tra questi costi ci sono gli affitti, le bollette energetiche, i costi fissi. Questa è l’unica strada per evitare la chiusura di tanti esercizi commerciali dei centri storici soprattutto nelle grandi città d’arte, dove i costi sono alti e gli introiti azzerati.
Per cercare di non danneggiare irrimediabilmente il nostro tessuto imprenditoriale sarà necessario uno scostamento di bilancio da 32 miliardi, che dovrà essere autorizzato dal Parlamento. Italia Viva nonostante la crisi di governo ha assicurato un voto favorevole alla manovra. Una manovra che porterà a 165 miliardi l’extra deficit accumulato dall’Italia da inizio pandemia, in meno di un anno.
Si starebbe lavorando sull’ipotesi blocco dei licenziamenti e estensione della Cig Covid garantendo una maggiore copertura, fino a 26 settimane per assegno ordinario e cassa in deroga. Parallelamente vi è l’esonero contributivo alternativo all’utilizzo della Cig Covid. Lo stanziamento di 1,5 miliardi per la decontribuzione delle partite Iva.
Intanto la Ministra del lavoro Nunzia Catalfo scrive sul suo profilo Twitter: “Con il nuovo decreto rifinanzieremo la cassa integrazione e stanzieremo nuove misure per lavoratori e imprese. Occorre una riforma degli ammortizzatori sociali e più attenzione a lavoratori autonomi”.
Finalmente provvedimenti che riguardano tutte le Partite Iva, a prescindere dal codice Ateco. Sarà sufficiente dimostrare un calo del fatturato. Gli aiuti arriveranno a prescindere dal colore delle Regioni.

Il ministro Gualtieri ha puntualizzato che ancora non si è decisa la soglia su cui identificare il calo di fatturato ma non nega di fare riferimento all’esperienza degli altri paesi, la Francia in particolare: “Le soglie in altri paesi sono molto alte, per esempio in Francia dal 50 al 75%, sono favorevole a uscire dal perimetro dei codici Ateco e studiare criteri più generali, ma questo richiede soglie adeguate perché non è semplice, dobbiamo utilizzare risorse che non sono infinite”.
A causa della crisi politica l’approvazione del decreto Ristori 5 slitta alla fine del mese di gennaio