Mentre il Circo Barnum tenta in ogni modo di evitare le elezioni anticipate che manderebbero a casa tanti pagliacci, le famiglie italiane fanno i conti con la rivoluzione dei prezzi. Di tutti i prezzi. Ma, sulla tolda del Titanic, non ci si fa troppo caso. Tutti in vacanza per sfuggire dal caldo opprimente delle città. E pazienza se una pizza Margherita si paga 10 euro più il coperto. Pazienza se pane e latte hanno prezzi da gioielleria, se la maglietta in cotone viene venduta come se fosse seta e la seta come se fosse oro. Tanto le vacanze sono brevi e poi, tornati in città, tutto tornerà alla normalità.
Pia illusione. E il gregge italico dovrebbe ricordarsi di ciò che è successo con il passaggio dalla lira all’euro: prezzi raddoppiati e sono rimasti doppi anche dopo che è stato spiegato che si trattava di una truffa. Adesso l’alibi è rappresentato dai costi stratosferici delle materie prime, conseguenza delle stupide sanzioni imposte da Biden e adottate dai maggiordomi europei. Ma la speculazione degli amici di Biden e dei maggiordomi era già iniziata prima della guerra. Come se gli speculatori se l’aspettassero..
Adesso il gregge italico aspetta che la guerra finisca per tornare ad avere prezzi equi, perlomeno dei prodotti indispensabili per vivere. Non sarà così. Innanzitutto perché il maggiordomo di Palazzo Chigi ed i suoi sodali hanno stretto accordi per acquistare gas a prezzi molto più elevati di quelli pagati in precedenza alla Russia. Grande idea!
In secondo luogo perché, al di là della benzina e del gas, gli altri prezzi (alimentari, abbigliamento, mezzi di trasporto, arredamento, turismo, ristoranti..) non calano mai, se non in misura marginale. Dunque è con questo livello di prezzi che bisognerà confrontarsi anche in futuro. Mentre salari e pensioni restano drammaticamente bloccati. Perché l’inflazione deve scaricarsi solo sulle famiglie, ce lo chiede Zelensky.
Il problema è che il blocco delle retribuzioni e delle pensioni determinerà una contrazione dei consumi. Se una famiglia ha 100 euro a disposizione ogni settimana per gli acquisti e prima poteva comprare 10 prodotti da 10 euro, ora sarà costretta ad acquistare solo 5 prodotti se il prezzo sale a 20 euro. Salvando 5 produttori e commercianti e condannando gli altri 5. Ovviamente ciascuno è convinto di far parte dei 5 fortunati, ma è evidente che qualcuno scoprirà di aver sbagliato i calcoli.
E, come sempre, ci si dimentica delle famiglie. Perché, in molti casi, gli acquisti erano tutti indispensabili e bisognerà rinunciare non a spese voluttuarie bensì a prodotti e servizi che non possono essere rinviati e tantomeno cancellati. Così la rivoluzione dei prezzi porterà alla rivoluzione dei consumi. Una fascia sempre più vasta della popolazione sarà costretta a scegliere prodotti di infima qualità a prezzi contenuti. Rinunciando a servizi indispensabili e riducendo drasticamente la qualità della vita. Ce lo chiede Ursula von der Leyen.
Ridurre i soggiorni in vacanza, ridurre il tempo della doccia, ridurre il riscaldamento invernale, rinunciare ai cibi che contribuiscono a restare in salute, rinunciare al cinema e al teatro, rinunciare allo sport. Ce lo ordina Biden.
Nello splendido libro “Patria senza mare”, Marco Valle ricorda che in Francia, nel 1788, la carenza di grano portò a livelli altissimi il prezzo del pane. E la rivoluzione, quella vera, scoppiò. Ma era la Francia. Il gregge italico sarà felice di procedere verso il macello.