Il nostro giornale ha avuto il piacere e l’onore di intervistare Robert Agostinelli, imprenditore, illuminato finanziere, padre, marito, italo/americano e cittadino del mondo.
Una chiacchierata a 360 gradi per approfondire molteplici tematiche dalla guerra all’imprenditoria, dall’Italia agli investimenti, dalla politica alla famiglia. Un modo per comprendere di più sul personaggio Agostinelli e sul suo modo di vedere la controversa e difficile realtà mondiale che stiamo vivendo.
Buona lettura!
Il suo legame con l’Italia è molto forte, origini, famiglia e business. Ci racconti meglio?
Io amo l’Italia. Le mie origini sono italiane e io credo di essere il più classico degli esempi di italo americano di successo. Ho sfruttato le caratteristiche proprie dell’animo italico, la creatività su tutte, e le ho conciliate con la determinazione e la concretezza “made in USA”.
Il mio legame con il “bel Paese” è fortissimo sia, come dicevo, per le mie origini, sia per mia moglie Francesca, sia per la bellezza dei suoi luoghi unici e infine per il business…
Mr. Agostinelli è possibile fare investimenti in Italia?
Certo che è possibile! Io, infatti, l’ho fatto, ho acquisito il 20% della Illy e ora sto trattando per altre 2/3 grandi operazioni finanziarie in Italia. Ci tengo però a precisare che le operazioni concluse e quelle in fase di trattativa non sono legate alla nostalgia o al fatto che il mio cuore “italico” mi riporta a casa bensì perché ci credo e penso fermamente che, sebbene con qualche problema principalmente connesso all’errato ruolo che la politica ha nella vita imprenditoriale e sociale del paese, si possano fare ottimi business e profittevoli investimenti.
Come mai ha investito nel grande gruppo triestino?
Mi piace Illy perché ha un solido controllo famigliare che ha puntato su manager di caratura internazionale. Manager capaci ed illuminati che possono favorire un ulteriore consistente sviluppo dell’azienda su vari mercati esteri.
Cosa dovrebbe fare l’Italia per essere più competitiva?
Facile… essere più cacciatrice, invece l’Italia è succube della politica che in questi ha vessato il tessuto produttivo di tasse senza aiutare concretamente gli imprenditori nazionali e stranieri. La politica avrebbe potuto agevolare chi ha deciso di investire concretamente in Italia e invece ha fatto l’esatto opposto, li ha affossati e quindi indirettamente spinti ad a trovare altri porti ove realizzare e sviluppare le proprie aziende. Per investire in Italia ci vuole tanto coraggio e non tutti sono disposti a farlo! Come dicevo prima l’Italia potrebbe andare a caccia di mercati e aziende in tutto il mondo invece si è tramutata in un terreno di caccia o meglio in una debole preda peraltro di uno stato come la Cina.
Analizziamo anche l’effetto che questa politica “miope” ha avuto sui giovani italiani… c’è stata la fuga dei cervelli e peraltro questo percorso è unidirezionale, chi va via dall’Italia non vuole o forse non può più tornare… non ci sono molte prospettive e il futuro dei giovani in Italia non è “roseo”. A mio avviso è positivo che i ragazzi italiani vadano all’estero a fare esperienza, però dovrebbero avere le opportunità per rientrare in patria e mettere a frutto l’esperienza maturata. E invece questo non succede. Anche perché, in Italia, prevale una mentalità socialista, da posto fisso garantito. Senza alcuno slancio.
E la sua America?
Certamente anche la situazione in America non è meravigliosa, l’amministrazione precedente e quella attuale non hanno, secondo me, funzionato molto bene. La stampa, il debito nazionale, l’inflazione alle stelle e la crisi della giustizia stanno indebolendo moltissimo il nostro paese. Il Socialismo è un problema e le loro (permettetemi la forzatura) menzogne sono fomentate in tutta Europa lasciandoci così in ostaggio di paesi competitor come Russia e Cina.
Cosa dovrebbe fare per tornare ad essere “America”?
Tornare ad essere America significa restauro e riaffermazione dei nostri sacri valori su cui è stata fondata questa repubblica di Dio benedetta. La ricerca della felicità e della libertà individuale sono gli orizzonti fondamentali dell’innamoramento umano protetto dai diritti di proprietà e da uno Stato di diritto che ha reso l’America la “Città splendente sulla collina”. I cosiddetti progressisti devono essere affrontati e devono essere smascherati per quello che sono nella realtà. Il socialismo non ha mai funzionato… mai! Ad oggi la democrazia e il capitalismo rimangono l’unico concetto in cui le aspirazioni individuali possono essere raggiunte. Se lo lasciamo morire, finiremo schiavi di un dogma in piena assenza di questa verità.
Ci racconta come è stato l’incontro con sua moglie Francesca Lana?
Io e mia moglie Francesca ci siamo conosciuti nel marzo del 2012 in occasione di una cena con amici comuni.
Per me fu amore a prima vista. Avevo capito che sarebbe stata la donna della mia vita e la futura madre dei miei figli. Ho avuto ragione!!! Pochi giorni fa è nato il nostro quarto figlio!!!!!
La prego ci racconti qualche dettaglio in più su questo incontro “da favola”?
Io sono una persona molto determinata e tenace, in ogni ambito, dal lavoro, agli investimenti fino ad arrivare ai rapporti sentimentali… Ho incontrato Francesca, ed era bellissima, sono stato subito colpito, rapito… tanto da dirle “vorrei diventassi mia moglie e vorrei un figlio con te…”. La sua reazione fu assolutamente sbalordita… Onestamente, chi chiede la mano di una donna dopo 3 ore??? Lei, infatti, pensò che stessi scherzando… e invece io ero serissimo!! Non mi importava la differenza di età, io ero sicuro che sarebbe stata la moglie meravigliosa che nella realtà dei fatti è!
Francesca, però, nonostante la mia “dichiarazione d’amore” non diede seguito alla cosa… ma io, mi ricordo ancora, le dissi “se non torni in due anni allora non ti sposerò più!”. Nei mesi successivi ho fatto davvero, davvero di tutto…. Sono un romantico e mi piace corteggiare le donne (cosa che gli uomini ormai non fanno più!) e infatti ho organizzato cene, concerti, fiori, serenate con violini sotto casa, cercavo di incastrare i miei impegni lavorativi in tutte le città dove lei si trovava… ma… alla fine… dopo un anno e otto mesi, io e Francesca ci siamo fidanzati!
Ci parli del suo ruolo di padre
Il mio lavoro ovviamente occupa gran parte del mio tempo, ma cerco comunque di non far mancare la mia presenza, il mio affetto e il mio supporto ai miei figli. Devo davvero ringraziare mia moglie perché insieme siamo davvero una bella squadra, nonostante gli impegni di tutti e due riusciamo a dare ai nostri figli supporto e amore.
Come si concilia la vita familiare con la sua carriera professionale?
Equilibrare la vita familiare con il percorso professionale non è mai facile, tuttavia con la fede, la “good parenting” e insegnando ai miei figli alcuni valori fondamentali, si può raggiungere il giusto bilanciamento.
La chiave per me è poi avere una moglie dinamica e amorevole che comprende i sacrifici necessari per il successo professionale ma che abbia allo stesso tempo anche gli istinti materni necessari. Io sono davvero fortunato ad aver trovato tutto questo nella mia fantastica moglie Francesca.
Come diceva prima il futuro dei più giovani non è dei migliori, guerre, crisi economica, crescente violenza… Cosa spera per i suoi figli?
Guardi, spero solo che siano felici. Non mi interessa cosa decideranno di fare o quale vita decideranno di percorrere. Io voglio solo la loro felicità e io, e penso di parlare anche a nome di Francesca, voglio essere solo un loro fidato e presente consigliere e amico.
E’ da pochissimo arrivato l’ultimo “Agostinelli” cosa ha provato? Ci racconti l’emozione di essere di nuovo padre
Mi sento 9 volte fortunato. Ci sono tre emozioni: Amore, gratitudine e responsabilità.