Se i quotidiani nazionali presentano il tuo libro con recensioni più che lusinghiere e il tuo editore, un editore importante, presenta il tuo libro al Salone di Torino con una pila di copie ben in evidenza, il successo dovrebbe essere assicurato.
Se poi sei un diciottenne che racconta una storia di e per diciottenni, considerato che i ragazzi (almeno in base alle statistiche) son quelli che leggono di più, le vendite dovrebbero impennarsi.
E che dire se il tuo mentore è niente meno che Alessandro Baricco, e se sul tuo testo si sono dati da fare i migliori editor della casa editrice?
E invece no.
Il romanzo di Rocco Civitarese “Giaguari Invisibili”, uscito di recente per i tipi di Feltrinelli, malgrado sia in linea con le premesse di cui sopra, pare non stia andando per niente bene.
Eppure per l’autore esordiente si erano spese espressioni più che lusinghiere: “debutto sorprendente”, “talento”, “abilità”, “irresistibile”. Ma tutto ciò non gli ha permesso di inserirsi neppure tra le prime venti posizioni delle classifiche di vendita.
Evidentemente il suo editore pensava di avere tra le mani l’ennesimo bestseller da gettare in pasto al teenagers in vista delle prossime vacanze estive. Un novello Brizzi, o un Moccia o un Fabio Volo. Niente di tutto ciò.
Per carità: forse è il caso di dargli un po’più di tempo. Ma una storiella pressoché autobiografica (l’autore ambienta la storia in un liceo di Pavia, di sicuro lo stesso che frequenta lui, e il protagonista sembra, nella migliore delle ipotesi, un suo alter ego) non dà l’impressione di essere particolarmente accattivante. In pratica i sei personaggi (forse in cerca di un autore vero) hanno in mente una sola cosa: il sesso. E intanto leggono Proust, ascoltano De Gregori, Cocciante e persino Paolo Conte, vanno al mare a Viareggio, e dall’oggi al domani una di loro decide di trasferirsi a Boston gettando il moroso nell’angoscia più nera.
Insomma: tutta roba normale per la stragrande maggioranza dei diciottenni italiani, no? Per il sesso siamo d’accordo; ma per il resto…
Qua e là, nel libro, ci sono anche sprazzi promettenti. Ma temiamo che Rocco Civitarese abbia bisogno ancora di lavorare molto e di crescere un po’. E temiamo altresì che possa essere stritolato dalla macchina pubblicitaria delle majors editoriali, e che il faccino sorridente del risvolto di copertina possa essere deturpato presto da un’espressione di delusione e frustrazione.
Come sono lontani i tempi in cui un’esordiente della stessa età di Civitarese come Jane Austen abbozzava il suo capolavoro Orgoglio e Pregiudizio!
Il fatto è che tra la prima stesura e la pubblicazione passarono circa vent’anni…