Il sistema mediatico ha vinto, e molti sono stati catturati nella trappola ideologica messa in atto dal potere della misinformazione.
Per chiarire l’operazione in corso sul territorio ucraino ho cercato di spiegarmi con un amico privatamente, ma lui ha pensato bene di rendere pubblica una mia considerazione, dimostrando una completa mancanza di stile. Tanto vale chiarirci pubblicamente.
Gira sui social un simpatico video di un venditore ambulante veneto che prende in giro i votanti del Partito Democratico che si ritengono ancora comunisti.
Adattando il suo pensiero ai sostenitori dei miliziani ucraini, ho detto al mio ineffabile conoscente che tifare per il battaglione Azov pensando agli eredi della 14.Waffen-Grenadier-Division der SS Ukrainische, e per lo psicopatico e perverso Volodymyr Zelens’kyj ricordando l’antibolscevico Stefan Bandera, è come scopare un’ottantenne pensando che a vent’anni era un figone.
Fuori dalla metafora sessual-populista, due paradigmi devono essere chiari e precisi: il comunismo è morto e sepolto, il nazionalsocialismo è finito a Berlino.
Dopo l’operazione opposti estremisti degli anni ’70-’80, e la tattica covidica dei Vax-NoVax, il sistema sta applicando la stessa infame strategia: rompere un possibile fronte unitario contro il pensiero unico globalista e godersi lo spettacolo dello scannamento tra fazioni artatamente rese opposte.
L’Europa dei “tristi relitti”, dei “senza casa” – come è inciso sul basamento della Statua della Libertà –, di quei Padri Pellegrini fondatori della Nuova Canaan, della Terra Promessa altrimenti detta Stati Uniti d’America, è odiata dai padroni del Nuovo Ordine Mondiale.
Fondare l’Europa delle Nazioni significa prendere le distanze – non solo simboliche – dall’Ucraina delle donne da utero in affitto, dei laboratori biochimici americani, dalle interferenze politiche e finanziarie delle lobby pedofile statunitensi, dalle interferenze dei servizi e dei consiglieri di Israele e dell’America – per inciso gli unici due paesi al mondo nei quali si giura sulla Bibbia. Significa comprendere che la lotta secolare si svolge tra un sistema corrotto e suddito della Nato ed una nazione che non intende sottomettersi all’egemonia unipolare mondialista.
Ogni riferimento museale della storia novecentesca non è applicabile nel nuovo quadro geopolitico del ventunesimo secolo, tranne in un particolare che si ripete. Questa in atto è la lotta “tra due secoli e due idee”.
Finito il tempo della Guerra Fredda, qualcuno ha pensato di evocare nuovamente il proprio apostolato redentore, la propria missione evangelica – biblica, appunto – di imporre il regno del bene della modernità contro il male della tradizione, la visione uniformatrice atlantista contro la vocazione identitaria sovranista, il sogno egemonico monoculturale contro le aspirazioni differenzialiste.
Ai tifosi della simbologia runica usurpata da personaggi di equivoca appartenenza, dedico ciò che scrisse Berto Riccci nel lontano 1927 – un pensiero, quello sì, sempre attuale: “La Russia con la rivoluzione dei comunisti ha fatto bene a se stessa […] L’Anti-Roma c’è ma non è Mosca. Contro Roma, città dell’anima, sta Chicago, capitale del maiale. La lotta è dunque tra noi e loro, tra loro che sono bestie progredite e noi che siamo civilissimi uomini primitivi. Ecco perché l’America ci invade e ci avvelena con la sua civiltà senza sale”.
Finito il bolscevismo il male ho solo il volto dello zio Sam.
1 commento
Caro Dottore,
mi rivolgo a Lei perchè è sicuramente titolato per definire quell’atteggiamento , quell’approccio che , personalmente definisco speculare, di “attrazione” per Putin ed il putinismo che parecchia area , che si definisce “non conforme” pare soffrire.
Speculare perchè non mi sembra molto più obbiettivo del tifo acritico per il battaglione Azov e il governo ucraino che è molto simile a quello russo per presenza di oligarchia , di un sistema economico compresso tra un turbo capitalismo ed un sistema politico mafioso che è tale e quale quello di Mosca ( glie lo dice uno che per anni ha collaborato alla internazionalizzazione delle aziende italiane in quel di Kiev)
Come definirebbe, dal suo punto di vista, la idealizzazione della società russa, così come è strutturata , nella Tradizione combattente la decadenza dell’Occidente?
Che differenza ravvisa, tra chi ritiene che il popolo ucraino sia servo della Nato , mentre le truppe russe combattano per per un nuovo ordine mondiale e chi vede l’invasione dell’Ucraina come l’Armageddon tra democrazia ed autoritarismo?
Come distinguere , al netto di tanti bla bla storici , politici e culturali, l’omogeneità della cultura ucraina con quella russa e come definire quell’atteggiamento di prevaricazione che disconosce , a prescindere , la legittimità dell’Ucraina a difendersi solo perchè servi di Washington, di alcune frange della ns comunità ?
Come chiamare la scarsa lucidità nel non vedere che tra la lotta del sangue contro l’oro e quello che stiamo vedendo nulla gli assomiglia ( per lo meno per come dovremmo interderla noi)
Potrei proseguire con tanti altri esempi ma non voglio annoiare e fare perdere tempo e perderne
Il tifo c’è ed è da tutte e 2 le curve come in un derby ( ma in un video surrogato dello stadio)
Peccato perchè, per eterogenesi dei fini , ci troveremo per i prossimi 50 anni con la Nato rafforzata (quando si incominciava a metterne in discussione l’esistenza), con una Russia che pensando di rinverdire il sogno zarista si ritroverà , invece, al guinzaglio della Cina ( altro che nuovo ordine mondiale) ed una Europa sempre più sola e separata da Mosca ( vero obbiettivo dei padroni di Wall Street per chiudere ogni possibilità di autonomia , il vero valore per chi come noi è cresciuto con l’idea che la Patria iniziava a Cabo de Rocha e finiva a Vladivostock)
Che Putin fosse d’accordo con Washington , e non è una idea così peregrina, o che sia caduto nel più banale degli errori di valutazione l’unico risultato sarà che il nuovo ordine mondiale sarà una Yalta , con confini e zone di influenza diverse da quella a cui eravamo abituati , e con la Cina al posto della vecchia Urss ( rispettando le nuove gerarchie economico politiche)
Le illusioni, se sono malattia, ho paura che siano molto diffuse nella nostra comunità a tutto discapito della strategia politica
Siamo davanti alla Storia e come al solito noi la vediamo scorrere fingendo di poterne essere protagonisti ( dia Lei il nome a questa patologia)
Con rinnovata stima