Per imboccare la strada del successo letterario Arturo Pérez-Reverte ha scelto l’accesso più difficile. Eppure c’è da scommetterci che anche il suo nuovo romanzo “Sabotaggio” (Rizzoli, pp. 400, 20€) non mancherà di affermarsi nelle classifiche di vendita sia nella nativa Spagna, che qui da noi.
Lorenzo Falcò, a cui l’autore dedica il terzo capitolo di una serie di avventure che forse vedranno ancora un seguito, è un agente segreto del governo franchista e le sue peripezie si svolgono durante la Guerra Civile Spagnola. Falcò è un fascista? Crede nell’ideologia che ispira i suoi capi? L’autore non ce lo dice. Certo è che il suo scrupolo nel portare a termine le complesse e pericolosissime missioni che gli vengono affidate è totale. Per usare le parole dell’autore, Falcò “è un cacciatore solitario, un uomo pericoloso, senza scrupoli e con molto fascino”. Un fascino che finisce con il coinvolgere il lettore.
“Sabotaggio” è il seguito dei fortunati “Il Codice dello Scorpione” e “L’Ultima Carta è la Morte” usciti in Italia rispettivamente nel 2017 e nel 2018.
La vicenda si sposta dalla Spagna a Parigi, dove il protagonista è incaricato di sabotare in tutti i modi che Picasso presenti Guernica all’esposizione internazionale d’arte, l’opera che, come sappiamo, rappresenterà la più celebre denuncia nei confronti dei Nazionalisti e dei loro alleati italiani e tedeschi nel corso del conflitto che porterà Francisco Franco al potere. Ma anche quello di screditare “i presunti esiliati che vivono di sovvenzioni, difendendo la Repubblica nei caffè”.
Nel corso della sua missione Falcò incontrerà Leo Bayard, uno scrittore comunista che ha combattuto in Spagna e che somiglia ad André Malraux; seduce Nelly Mildenheim, alter ego di Peggy Guggenheim; scambia effusioni amorose con Marlene Ditrich; e si permette il lusso di dare un sacco di botte a un tal Gatewood, uno scribacchino americano che ricorda molto da vicino Ernest Hemingway.
Insomma: in questo romanzo Pérez-Reverte si diverte a prendere a schiaffi tutti i miti di sinistra del secolo scorso. Primo fra tutti lo stesso Picasso, considerato un artista di dubbio talento, spilorcio e ossessionato dal sesso.
Considerate queste premesse sembra addirittura paradossale che la saga sia riuscita ad avere successo, tanto da arrivare al suo terzo capitolo. Eppure è così: lo è in Spagna, in Italia e pure in Francia. Un successo forse dovuto al fatto che le storie di Falcò si muovono tra spy story, thriller e romanzo storico, con un taglio e uno stile che non combaciano con gli stereotipi dei noir americani. L’autore è un europeo e si sente, anche se qua e là cede ai luoghi comuni del genere letterario prescelto.
Qui non ci sono buoni e cattivi, ma soltanto pedine di un gioco più grande di loro: quello che vede due visioni del mondo che si contrappongono e si combattono senza esclusione di colpi. Una lotta tutta politica ed ideologica che sfocerà nel più grandioso e tragico conflitto della Storia.
Vale perciò la pena di avventurarsi tra le pagine di questo e dei due romanzi precedenti, così controcorrente non solo politicamente ma anche storicamente.