“Ma a Torino ieri c’è stata la manifestazione?”. La domanda compare in un gruppo social ed è riferita alla manifestazione organizzata da un gruppo che fa capo a Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma ed ex ministro. Una iniziativa contro la guerra e che avrebbe dovuto richiamare non soltanto la maggioranza contraria a finanziare Zelensky ma anche, secondo La Busiarda (La Stampa), le falangi dei No vax. Senza trascurare il fatto che era coinvolto pure Fausto Bertinotti, ex leader di una sinistra che ha bruciato le proprie bandiere e la propria storia. Esattamente come la destra da cui proviene Alemanno.
Dunque una iniziativa perlomeno curiosa, interessante, al di là delle opinioni personali. Ma si è rivelata un flop, un autogol. E non perché non ci potesse essere interesse, bensì perché è totalmente mancata la capacità di promuoverla. Dilettanti allo sbaraglio. Benché i due ex leader abbiano una lunghissima esperienza. Significa che, a livello territoriale, si sono affidati a chi esperienza di comunicazione non l’aveva o, semplicemente, non aveva capito come funzionano i meccanismi. Facile improvvisarsi comunicatori ed organizzatori, molto più difficile ottenere risultati.
Potrebbero prendere esempio da Beppe Sala. Il sindaco di Milano vende bene anche i suoi errori ed orrori. Piazza Castello ha sopportato un cantiere per anni ed anni. E il risultato è stato men che modesto. I sampietrini hanno sostituito la pavimentazione precedente. E le panchine hanno sostituito le fioriere in mezzo alla piazza. Un lavoro banale, di pochissimi mesi anche procedendo con estrema lentezza. Invece alla Milano di Sala sono stati necessari anni. Ma il sindaco, grazie al sostegno dei soliti media di servizio, ne esce come una sorta di reincarnazione di Bernini o di Palladio. Le Corbusier no, non era politicamente corretto.
La differenza è tutta nella capacità di Sala di comunicare il nulla e nell’incapacità degli altri di far conoscere una manifestazione che avrebbe potuto rappresentare qualcosa. Ma dagli errori non si vuole imparare.