C’era una volta il compagno Beppe Sala, sindaco di Milano, ambientalista, nemico degli spostamenti che producono inquinamento, amico dei lavoratori. Il virus deve aver provocato mutamenti genetici o, forse, Beppe Sala è morto ed è stato sostituito da un clone. Che va in tv e cambia tutto.
Scagliandosi contro i lavoratori che, non per scelta propria, sono stati confinati agli arresti domiciliari con il lavoro agile, lo smartworking. Nel pubblico come nel privato.
In pratica si realizzava il sogno di Sala I, con spostamenti ridotti al minimo, auto ferme, inquinamento in calo. E pazienza se, in casa, a lavorare erano in due mentre i figli erano alle prese con l’inutile didattica a distanza. La rivoluzione ambientalista che piaceva a Sala I ed a Greta comportava qualche sacrificio.
Ora, però, Sala II spiega che bisogna metter fine allo smartworking e “tornare a lavorare”. Se si fosse informato avrebbe scoperto che il Politecnico di Milano (sì, proprio quello della sua città) ha valutato nel 15% l’incremento di produttività determinato dal lavoro a casa. Dunque, al contrario di ciò che pensa Sala II, i dipendenti non si sono limitati a giocare agli chef, ma hanno lavorato. Ed anche più e meglio del solito.
Ma il sosia del sindaco ambientalista se ne frega. Deve accontentare i bar del centro che non vivono di sola movida ma delle pause pranzo e dei caffè dei colletti bianchi. Dunque chissenefrega se la produttività si ridurrà, chissenefrega se l’inquinamento tornerà ad aumentare. Chissenefrega pure se aumenteranno i contagi, quelli che terrorizzavano Sala I per gli aperitivi sui Navigli.
E la povera Greta? Sala II scoprirà che è una povera ragazzina ignorante e frustrata, pure arrogante e seguita da un popolo di gretini più inutili di lei. Studenti sfaccendati, utili solo per aumentare i consumi al bar. Le polveri sottili torneranno ad invadere Milano? Evviva! La produttività diminuirà? Evviva! Le famiglie non sapranno come gestire i figli con la scuola del casino provocata da Azzolina? Evviva!
Sala II deve far felici i commercianti del centro. Tutto il resto non conta.