Fedro e Sallusti. Anzi, Fedro per Sallusti con il calcio dell’asino al Leone morente. Il direttore del Giornale non ha perso tempo per regolare i conti con le destre che, da troppo tempo, hanno emarginato il suo signore e padrone, Silvio Berlusconi. Così, approfittando della tragica buffonata inscenata dagli americani (i suoi ex amici americani), Sallusti ha decretato ed annunciato al mondo che populisti e sovranisti sono finiti, negli Usa, in Italia, ovunque.

“Non vorremmo mai trovarci – ha scritto l’ex moroso della Santanchè – con un parlamento occupato da matti in camicia neroverde. Un’altra destra è possibile, e noi ci crediamo”. Mica male come considerazione per i teorici alleati di Fdi e Lega. Che, ovviamente, di tutto possono essere accusati tranne che di pensare ad una reale occupazione del parlamento indossando camicie nere o verdi. La base, anzi, è inferocita perché l’opposizione si è trasformata in oppofinzione. Ma ai media del sultano di Arcore non basta.

Così il Tg5 rimane sempre allineato sulle posizioni del Pd ed ora anche il Giornale prende le distanze dalle destre in assoluta difficoltà mediatica (per colpa loro, certo). Sino a quando i media di famiglia danno spazio al padrone che sogna di guidare un nuovo governo o che si illude di diventare presidente della repubblica, tutto rientra nei normali rapporti tra padrone e dipendenti.
Ma se un direttore spara assurdità sulle orde di camicie neroverdi all’assalto del parlamento, allora forse non è solo un problema di servilismo o di un bicchiere di troppo. A maggior ragione se, in parallelo, interviene anche il Foglio a riproporre Gianfranco Fini come leader dello schieramento di destra. Una destra moderna, nuova, obbediente. Una destra che piace al Foglio, a Sallusti, a Filippo Rossi e, soprattutto, a Zingaretti e Veltroni.
Basta con il signor selfie e con la sorella della Garbatella. Recuperiamo l’immobiliarista con esperienza internazionale (a Montecarlo), l’uomo che alla guida del suo partito personale riuscì persino a prendere più voti di Forza Nuova. Un uomo per tutte le stagioni, non devi neppure cambiarlo quando nevica come le gomme dell’auto: si adatta da solo.
È per questo che piace, e tanto, al Corriere della Sera. Che, prima, con Ferruccio de Bortoli spara a palle incatenate contro populisti e sovranisti di casa nostra, poi glorifica Sallusti spiegando che poco importa se il direttore del Giornale se la prende contro la sinistra che censura il pensiero non allineato: l’importante è che Sallusti spacchi il centrodestra, emargini Salvini e Meloni, imponga la linea di Berlusconi e, magari, resusciti pure Fini. Dal “che fai mi cacci?” al “che fai, mi riprendi?”.

E la coppia Meloni/Salvini? Muta e rassegnata. Tra il sogno di una spaghettata ai castelli ed un nuovo selfie con panino alla mortadella. Tanto hanno sempre qualche sostenitore pronto a difenderli perché i due non hanno Netflix e neppure la Fox. E che se a destra si tengono stretti i tanti soldi della fondazione An, invece di utilizzarli per comunicare, avranno i loro motivi.
1 commento
Fini a guidare l’opposizione? Già l’opposizione è servile, con Fini pienamente collusi.
Faccio notare che una vera opposizione avrebbe fatto l’Aventino, non chiacchiere e avrebbe iniziato tempo fa, avrebbe fatto controcultura, portato le categorie unite in piazza, fatto cambiare gli pseudovirologo, fatto un governo ombra. In Usa hanno fatto vedere caos, ma son tutti collusi. Ci vogliono ammazzare con la fame e o vaccini farti da veterinari, vogliono distruggere gli affetti. Neanche Mao, Hitler e Stalin hanno fatto così di questa entità, hanno proibito gli abbracci. E qui si discute di Fini? Ma anche il Corriere, il Foglio e Sallusti si incamminano verso la morte degli ebeti?