Ma davvero Matteo Salvini vuole il Ministero degli Interni? Giorgia Meloni pare poco propensa a concederglielo ed il leader leghista dovrebbe fare salti di gioia. Perché rischierebbe l’ennesima pessima figura. Meglio lasciare alla sorella della Garbatella il merito di imporre un irrealizzabile blocco navale di fronte alle coste dell’intero Nordafrica. Meglio lasciare ad altri la responsabilità di gestire un ordine pubblico destinato al caos generale quando le brillanti idee del mercante di armi si trasformeranno in licenziamenti, povertà, cassa integrazione, minori consumi, chiusura di attività, freddo nelle case.
Perchè il ministro degli Interni non deve occuparsi solo dei clandestini e degli spacciatori, ma anche di gestire le piazze con manifestanti sempre più delusi, disperati, arrabbiati. L’occupazione immediata di un liceo a Milano, per protestare contro gli italiani che hanno votato senza chiedere il permesso agli studenti, è solo un’avvisaglia di ciò che potrà succedere.

Si scoprirà che i sindacati esistono ancora, che i poveri erano felici solo se ad affamarli era Sua Mediocrità, che i divanisti con reddito di cittadinanza sanno ancora camminare per strada se non arrivano più le mance del governo. Perché Meloni ha ragione, in teoria, quando sostiene che il reddito di cittadinanza va dato solo a chi non è in grado di lavorare. Però se il mercante di armi, con le sue amate sanzioni, provoca una riduzione delle attività produttive, il lavoro da offrire o imporre ai divanisti non c’è più.
E come si risponderà alle proteste sacrosante di chi andrà in piazza perché non riesce più a sopravvivere? Con la repressione più dura? Raccontando che la protesta è organizzata dalla sinistra sconfitta (che sarà anche vero, ma in piazza andranno sempre uomini e donne in difficoltà)? Repressione nelle piazze, nelle scuole, davanti alle fabbriche, nelle università? O si pensa che basteranno i resoconti lacrimanti di Mediaset e Rai sulla guerra in Ucraina per convincere chi perde il lavoro ad accettare nuovi sacrifici?
Anche il mercante di armi ammette che si rischia l’esplosione sociale. Merito suo e degli atlantisti. Ma il ricordo del G8 di Genova del 2001 non dovrebbe divertirlo troppo. E dovrebbe consigliare Salvini di lasciar perdere un ministero che rischia di diventare estremamente pericoloso.