Chi sarà il presidente del consiglio quando, con molto comodo, la sinistra e Mattarella concederanno ai sudditi il diritto di votare per rinnovare un parlamento ormai privo di rapporti con la realtà? Secondo i sondaggi più recenti, Fratelli d’Italia ha superato il Pd e veleggia verso la prima posizione della Lega. Il distacco varia a seconda della società di rilevazione, ma la tendenza pare consolidata.

I problemi, però, iniziano a valle dei dati dei sondaggi. E non sono legati alla più che legittima e comprensibile rivalità tra Salvini e Meloni. Il primo problema è che la crescita di Fdi è sostanzialmente dovuta al travaso di voti leghisti. Mentre Forza Italia resta sostanzialmente stabile tra il 6 ed il 7%. In altri termini il perimetro elettorale del centrodestra non si allarga ed i 3 partiti restano al di sotto del 50%, anche con l’aggiunta, modesta, di Toti e cespugli vari.
Però, su questo fronte, gli schieramenti dell’area possono sempre sperare in qualche ulteriore errore del Pd o dei 5(mila) poltrone che sposti una piccola percentuale di voti. Oppure, ancor più semplicemente, nella scissione degli ex grillini con la nascita di una formazione che porti via consensi ai pentapoltronati senza partecipare ad una ammucchiata con Pd, LeU, Italia Viva, Calenda, +Europa ed il gruppo di Conte.
Ciò che è più grave, però, è che nessuno, nei partiti che si sentono sicuri di andare a governare, si stia degnando di prepararsi per guidare il Paese. Così si continua con dichiarazioni assurde in politica estera, dichiarazioni banali in ambito economico, assenza di dichiarazioni in campo culturale. Pare quasi che si impegnino tutti per confermare le idiozie di Scanzi.

Eppure sarebbe sufficiente che, nel tempo libero, i politici del centrodestra si degnassero di ascoltare le trasmissioni dell’Arsenale delle idee organizzate da Manuela Lamberti e Raffaele Zanon. Non è neppure troppo impegnativo, poco più di 1 ora alla settimana, possono farcela. Scoprirebbero, così, che esiste una destra che pensa, che riflette, che analizza. Dai libri alla musica, dal lavoro alla geopolitica, dal turismo allo sport, dalla giustizia alla scuola, dalla sanità alla storia. Evitando il pensiero unico, con posizioni anche differenti che si confrontano senza difficoltà.
Non basta? Allora i parlamentari, i consiglieri regionali e comunali, i funzionari possono dedicarsi all’ascolto di radio Kulturaeuropa. Anche in questo caso interviste, discussioni, confronti, con una grande ricchezza di contenuti.

Destre diverse, posizioni differenti, ma con un elemento in comune: il pensiero. O forse due, perché in entrambi i casi emerge anche la competenza. Parlano coloro che hanno qualcosa da dire non perché cercano 15 minuti di celebrità, ma perché hanno una preparazione, una professionalità, una esperienza da condividere. E non vogliono neppure una poltrona da parlamentare..