Si era illuso di poter contare nelle scelte del governo dei Migliori. E, soprattutto, si era illuso di poter ottenere giustizia da una magistratura che fa politica. Ha sbagliato in entrambi i casi ed ora Matteo Salvini utilizza la farsa della concessione di un’ora in più di libera uscita per segnalare il suo malumore. Risultato? Nulla. Al governo atlantista non frega assolutamente niente dei maldipancia del leader della Lega. Un flop che assomiglia a quello della Super Lega calcistica.

Salvini si ritrova così ad aver minato l’alleanza con la sorella della Garbatella, che è rimasta all’opposizione, mentre Tajani non perde occasione per mostrarsi zerbino di fronte a Sua Divinità ed ai ministri anti italiani che negano ogni libertà.
Perché l’astensione della Lega sul decreto che proroga l’emergenza sino al 31 luglio è inutile ed anche ridicolo. La libertà non è la concessione di un’ora d’aria in più ed è patetico che a lottare per queste prese per i fondelli sia un movimento che, in un non lontano passato, era pronto a lottare per la secessione. Ora la battaglia è sulla interpretazione di norme liberticide: i dehors chiusi da vetri sono da ritenere luoghi all’aperto o estensioni delle sale interne dei ristoranti?
Ovvio che per il pessimo Speranza sarebbero da vietare come tutti i ristoranti. Perché se si vuole distruggere il Paese e consegnarlo finalmente alle multinazionali ed alle mafie – la differenza è minima – bisogna eliminare l’intero comparto turistico, bisogna continuare con la campagna di terrorismo mediatico per poter annientare prima il settore dell’abbigliamento e poi, a cascata, ogni altro comparto produttivo. Perché se i consumi calano, le industrie chiudono.
Il pessimo Speranza queste cose non può non saperle. Non può far finta di non aver capito ciò che ripetono da tempo persino le truppe di Lamorgese: le mafie stanno prendendosi bar, ristoranti ed hotel distrutti dalle strategie di Speranza e degli esperti a gettone. Ed è curioso che, nonostante questi ripetuti allarmi, a difendere il pessimo ministro ci sia proprio il fondatore di una delle più note associazioni antimafia.

Ma Salvini si dissocia sull’ora d’aria in più. Tanto ormai i giudici siciliani lo hanno rinviato a giudizio per non aver accettato di far sbarcare chiunque voglia un sussidio a spese dei contribuenti italiani. Quei giudici sostenuti dal Movimento 5(mila) poltrone a patto che non infastidiscano il piccino di casa Grillo. Salvini e Garavaglia, però, si erano distratti quando si impediva ai ristoratori di montagna di aprire la sera perché la temperatura esterna non si concilia con una cena a base di piatti caldi. E per mangiare una salsiccia gelata o la carbonara fredda, meglio restare a casa. Non hanno protestato perché nelle grandi città del Nord i tavoli all’aperto sono rari e si finirebbe per mangiare in mezzo al traffico o in un parcheggio.
Il rinvio a giudizio non era ancora arrivato e la Lega taceva. Ora può rimarcare il dissenso con un’astensione che non serve assolutamente a nulla.