Leggo che il Direttore del Museo (o quello che è) della Cappella San Severo di Napoli, Fabrizio Masucci, ha dato le dimissioni per protesta contro l’introduzione del Green Pass per accedere a mostre e musei.
Onore a lui. In un paese ove nessuno, mai, dà le dimissioni anche se coperto da ignominia, un uomo così è merce rara. E farlo per questa ragione… beh, fuori di ogni facile retorica, sfiora l’eroismo.
Chissà, forse gli anni passati aggirandosi nella più strana Cappella del mondo, non sono stati ininfluenti su tale decisione. Perché i luoghi hanno un loro potere, e forgiano, occultamente, il carattere degli uomini che vi vivono. O che li frequentano. E se vi è un luogo magico, nel senso letterale del termine, quello è proprio San Severo.
Lo volle Raimondo di Sangro. Duca di Torremaggiore, marchese di Castelnuovo, Grande di Spagna e, appunto, Principe di San Severo. Ma anche Gran Maestro della Massoneria Napoletana e, soprattutto, Sovrano Gran Hyerophante del Rito Egizio Tradizionale. Per il popolo della Napoli del ‘700 – una delle Capitali della cultura europea – semplicemente O’ Prencepe. Che aveva fama di mago, alchimista. E si vociferava addirittura di un patto faustiano…come ci raccontano Di Giacomo e Benedetto Croce.
Scrisse poco, purtroppo, per non incorrere nelle ire dell’Inquisizione e del Pontefice. Ma operò molto. Uno scienziato e un inventore geniale. Poliedrico. Che, a parte le doti artistiche, regge il confronto con Leonardo.
Tuttavia la sua grande passione fu l’esoterismo. E la Cappella, al cui progetto attese per buona parte della vita, ne è l’incarnazione in marmo e pietra.
Fatico a dire l’emozione provata entrandovi. Venivo dai vicoli popolari di una Napoli che sembrava sospesa nel tempo. I vicoli caotici, brulicanti di uomini e donne,… le voci, altisonanti, dei venditori…. Il profumo dei cibi… Su tutto quello della pizza e dei fritti. Tutto era come lo descrive il Cervantes, che a Napoli, ufficiale spagnolo, trascorse quelli che definisce gli anni più felici della sua vita…
Ma dentro la Cappella tutto era silenzio. Un silenzio profondo quanto in una Cattedrale gotica… ma diverso. Sembrava di entrare in un altro mondo. In un’altra dimensione. La luce si diffondeva con un gioco chiaroscurale. E le penombre sembravano vivere.
Come trovarsi sulla soglia di un abisso. Uno di quegli orridi tra le montagne di cui non riesci a vedere il fondo. Ma intuisci un fiume, anzi un torrente cupo e impetuoso. Che continua a scorrere.
Dalle nicchie laterali le Allegorie sembravano viventi. E venirmi incontro. Tuttavia lo sguardo era attratto, in modo irresistibile, dal Cristo Velato. Il capolavoro, inquietante, uscito dall’arte del Sanmartino. Ma che la leggenda vuole serbi il segreto alchemico di rendere trasparente la pietra.
L’ineffabile non può venire descritto. La stessa memoria serba un’emozione, non un’immagine definita.
“Roba da sindrome di Sthandal…” bisbigliò qualcuno accanto a me.
Sì. Non vi è altro da dire. Una bellezza che gli occhi non riescono a reggere. Assoluta. Come può capitare solo davanti a un capolavoro misterioso. O alla Donna. Come capita a Dante nella scena del “gabbo”…
Sotto, scendendo, le famose Macchine. I due corpi scuoiati. Scarnificati. Il sistema venoso metallizzato. Modelli scientifici di straordinaria precisione, per la scienza. Vittime di un oscuro processo magico alchemico, per la leggenda nera del Principe.
Comunque, una discesa agli Inferi. Un immergersi nelle profondità. Negli abissi.
Mentre ero lì, avvertivo che tutto il luogo era compenetrato dalla personalità del suo ideatore. Da Raimondo di Sangro, che lì riposa. In attesa di tornare, ci dice ancora la fabula.
Potrei rubare le parole a Foscolo: tra quei marmi abita eterno.
E il suo sorriso enigmatico traspare dalle ombre.
Fantasie, certo. Suggestioni. Però, se ripenso a quei momenti trascorsi a San Severo…. beh, mi chiedo cosa debba essere vivere, di fatto, in un luogo come quello. Cosa debba significare aggirarsi pressoché quotidianamente tra quei marmi. Avere ogni giorno negli occhi quel volto velato. Vedere quei corpi di metallo…
Se non sei un ottuso, non può non agire in te. Anche solo a livello subconscio.
E quando arriva il momento… beh forse senti la voce di Raimondo di Sangro. Del Principe. E ti comporti da Uomo.
2 commenti
Avrei voluto dire di quelle dimissioni proprio l altro giorno, poiché è accaduto il giorno dopo da quel mio commento sotto l articolo con l immagine del Cristo Velato.
Ed ero rimasta a rifletterci un po’ su.
Mi fa piacere leggere che non sono stata la sola.
Ammiro le persone che hanno una dignità e si comportano da veri uomini.
Questo esempio andrebbe imitato da altri, per evitare che presto in Italia venga soppressa la libertà e si arrivi ad un pessimo regime dittatoriale !!!