Chiunque sia entrato nella mia vita, in qualunque momento sia successo e abbia condiviso convivialità con me lo sa.
Passione che dura da sempre.
Non solo per merito mio. Ma di chi attraversando la mia storia ha donato affidabilità attraverso la fede la costanza il coraggio e la forza di un’impresa, pur nell’altalenanza degli eventi che la caratterizzano.
Sarà perché il mio pediatra aveva sconsigliato a mia madre il latte per me. Sarà perché il tè è bevanda di mantenimento e non di grandi passioni.
Sarà perché la sua presenza nella memoria delle feste coi nonni, gli zii e i parenti tutti fin dall’infanzia è sempre stata garanzia di un finale di gioia e di festa.
Sarà per tutti questi motivi che posso dire, forse con un po’ di ironia, non distante però dalla realtà, di essere cresciuta con lei.
E’ un liquore trasparente come la purezza.
Profumato come lo spirito onesto e audace.
Saporoso come il nettare degli dei.
Perché è scontato che non potesse mancare al banchetto degli dei.
Nella mia infanzia, il goccino assaggiato come piccola trasgressione per farmi sentire grande.
Nella mia giovinezza con “la mosca “, il chicco di caffè da sciogliere in bocca in una chimica volta all’estasi.
Nella mia maturità, liscia come rito per festeggiare gli eventi più belli. Nascite, Natale, ultimo dell’anno e assieme alla Colomba.
In montagna al ritmo della fisarmonica.
Come sfogo per addolcire la tristezza nei saluti estremi.
Come presenza nei tempi in cui non poteva mancare una bottiglia in casa, come assenza, nel desiderio di poterla gustare.
Con quella bottiglia dal tappo nero e i colori del Padova calcio.
Inconfondibile tanto da poterci fare affidamento.
Non ti tradisce.
Non cambia.
La riconosci anche se non vuoi in esposizione in qualunque centro commerciale.
E così buona! Davvero buona, con quel gusto di anice dal know how inconfondibile ed inimitabile.
Buona come i ricordi più cari e l’allegria del presente.
Attenzione che essere inimitabili e rimanerlo per un’epoca è una sfida che richiede una fede, una passione, una costanza e tenacia sulle quali si dovrebbe riflettere in un tempo di valori in estinzione.
Fatte queste premesse non resta che il gran finale.
Da tre anni ho l’onore e il piacere di essere ospite di un evento unico.
Il workshop del Nodo di Gordio, il think tank di geopolitica estivo nella splendida cornice di Piné organizzato dal super chairman Daniele Lazzeri.
Quest’anno non sapevo davvero se sarei riuscita ad arrivarci. Troppa fatica per esserne certa fino a poche ore dalla partenza.
Ma un luogo di persone speciali.
Sarà perché persone speciali attirano situazioni speciali.
Sarà il charma.
Sarà che ci sono arrivata.
Sarà quel che sarà, ma immaginate la mia sorpresa assoluta quando ho scoperto che stavo cenando col Signor “Sambuca”, Mario Molinari in persona.
Succedeva proprio a me.
La vita è sorprendente e quando la guardi un po’ da lontano intravedi una regia sapiente e ironica ad un tempo, un itinerario a tappe che fa riflettere e dove il caso non esiste.
Cin cin
So di non sapere il senso delle cose.
Ma so che quella foto col Signor “Sambuca”, dagli occhi brillanti di un vero mecenate, è già nell’album di famiglia a raccontare un valore alla mia discendenza.
…. sapore di Sambuca solo Molinari