La “memoria condivisa”, nell’accezione della gauche quinoa politicamente corretta, prevede che alcuni grandi artisti vengano cancellati dalla storia mentre si celebrino esclusivamente dei pagliacci legati alla politica e soprattutto ai politici che gestiscono le attività pseudo culturali di questa Italia in crisi. Così il pubblico di Barga (Lucca) si è stupito – piacevolmente stupito – quando Carlo Sburlati, presentando l’ultimo libro di Enrico Vanzina, ha ricordato il grande e dimenticato regista Gualtiero Jacopetti, nativo proprio di Barga.
Un omaggio ad un regista scomodo, ma anche giornalista e documentarista. Scomodo in quanto libero e la libertà, nel Paese che blatera di “liberazione”, si paga a caro prezzo. Così nessuno deve ricordare che Jacopetti – regista, tra l’altro, di Mondo Cane e Africa addio – aveva anche vinto un David di Donatello con il film La Donna nel Mondo. Ma erano gli inizi degli Anni 60 e la cancel culture non aveva ancora eliminato tutte le voci critiche.
Certo, a Barga il regista era stato ricordato con una mostra nel 2016, 5 anni dopo la scomparsa. E nel 2001 la cittadina gli dedicò un San Cristoforo d’Oro. Ma, per il resto, il mondo del cinema cercò in ogni modo di oscurarlo, di cancellarlo, di far dimenticare le sue opere.
Dunque assume un particolare valore il ricordo tributato da Sburlati in presenza di Vanzina che, anche con il suo libro, ha ampiamente dimostrato di non essere soggetto ai ricatti del politicamente corretto.