La Russia mette in guardia le aziende occidentali che fuggono dal Paese. Il Wall Street Journal riferisce che le società occidentali presenti nel Paese potrebbero subire pesanti conseguenze. Sono state messe in guardia, fra le altre, McDonald’s e IBM e Kfc (Yum Brands). Le società sono allertate sul fatto che potrebbero essere sottoposte ad arresti e sequestri di beni se i manager criticano il Governo o se le aziende si ritirano dal Paese.
Già la scorsa settimana il presidente russo Vladimir Putin ha espresso sostegno a una legge per nazionalizzare i beni delle società straniere che lasciano il suo paese a causa dell’invasione dell’Ucraina. Un avvertimento diretto alle aziende di tutti i settori, tra cui tecnologia, cibo, abbigliamento e banche.
Uno dei passaggi delle tensioni che riguardano le imprese italiane che hanno sedi, società e stabilimenti in Russia è stata la formalizzazione dello status di ‘nemico’, con la lista ufficiale stilata da Mosca. Ai Paesi della lista nera di Putin saranno indirizzate le ritorsioni economiche, in risposta alle sanzioni occidentali. A tal proposito fa riflettere lo stop all’import di petrolio, gas e carbone deciso da Usa e Gb. La nazionalizzazione delle imprese straniere comporterebbe, oltre a una forte ricaduta sui conti delle aziende, anche una irreversibile rottura dei rapporti industriali con la Russia. Tutto questo dimostra che le sanzioni occidentali sono una guerra, non meno sanguinosa del vero conflitto, certamente più globale. Putin avverte la politica estera «debito inesigibile», i russi pagheranno le ultime cedole ai soli obbligazionisti residenti – cioè a chi non è fuggito dal paese e le pagheranno in rubli.
La strategia di Putin e i suoi ministri sarà una raffica di minacce economiche appena meno preoccupanti dei recenti continui riferimenti al nucleare: una inflazione mondiale sugli alimentari e la nazionalizzazione delle aziende in fuga. «Le sanzioni – ha ribadito Putin – faranno male soprattutto a chi le impone e potrebbero provocare un ulteriore aumento dei prezzi alimentari a livello mondiale. Russia e Bielorussia sono i più grandi fornitori di fertilizzanti del mondo e se continuano a crearci problemi allora i prezzi, che sono già esorbitanti, cresceranno ancora». E, contro le aziende fuggiasche, Putin ha ripetuto che «è necessario agire in modo più duro contro le aziende straniere che stanno interrompendo le loro operazioni in Russia, con soluzioni legali al riguardo».
Si teme un default della Russia – dato quasi certo dalle agenzie di rating e molto probabile dall’Fmi – che metterebbe a rischio 19 miliardi “italiani”. A tanto ammonterebbe l’esposizione dell’Italia nei confronti di Mosca, tra bond, prestiti bancari e investimenti in aziende. Sicuramente uno scenario allarmante per l’economia italiana.