Evviva l’Accademia della Crusca. Già, dopo gli indecenti servizi su alcuni quotidiani – a partire da quelli che si vantano di combattere le fake news – e sui Tg di servizio, si scopre che l’accademia non ha mai dato il via libera allo squallore di frasi come scendi il cane o siedi il bambino. Tutt’altro.
L’Accademia anzi chiarisce che esiste proprio una scheda in merito: “Siedi il bambino? No, fallo sedere”.
Dunque l’ennesima falsa notizia propinata chissà perché, forse solo per crassa ignoranza, forse per banale pressappochismo. Alla Crusca si stupiscono, ma sbagliano. Perché se la prendono con lettori ed ascoltatori che si indignano senza approfondire le notizie. Invece dovrebbero protestare contro giornali e tv, contro giornalisti perlomeno superficiali. E contro un ordine professionale che evita accuratamente di sanzionare i creatori di bufale, anche teoricamente innocue.
Ovviamente il lettore o l’ascoltatore ha pochi strumenti per verificare ciò che gli viene raccontato. E se una notizia, falsa, viene ripetuta da più quotidiani e dalle tv, chi ascolta e legge si convince che sia vera. Non scatta neppure la difesa automatica che accompagna le false notizie politiche, economiche, anche sportive. Perché ormai, in quei casi, il cittadino è abituato alle menzogne, ai servizi di comodo nei confronti dei potenti. Ma su una bufala relativa alla lingua italiana, sempre meno italiana, si parte senza difese e ci si indigna.
In questo caso, però, la Crusca è innocente. A differenza di qualche giornalista che dovrebbe avere almeno il buongusto di spiegare le ragioni di un simile comportamento professionale.