Che curiosa coincidenza: il governo scadente viene sonoramente bocciato dal voto degli italiani e, tutto ad un tratto, scattano arresti di presunti terroristi pronti a colpire. È difficile da credere che lupi solitari o cellule strutturate abbiano aspettato il 4 marzo per cominciare ad organizzarsi
Anche perché, in questo caso, verrebbe da chiedersi se esistono o sono esistite complicità a livello governativo.
È invece evidente che il processo di radicalizzazione è iniziato da tempo, così come l’indottrinamento e la preparazione all’omicidio dei bambini affidati a uno strano personaggio in Puglia.
E allora perché si è dovuto attendere la sconfitta del governo per intervenire?
Improvvisamente gli avvertimenti sulla presenza di terroristi a bordo dei barconi recuperati dalle Ong e condotti nei porti italiani sono diventati credibili e preoccupanti.
Prima era solo propaganda razzista e xenofoba.
All’improvviso si scopre anche che la mafia nigeriana è profondamente radicata in Italia. Lo sostiene non qualche movimento xenofobo in cerca di facili consensi elettorali, ma la Direzione investigativa antimafia. E spiega che il solo accattonaggio rende alla mafia nigeriana centinaia di milioni di euro ogni anno. Esentasse, ovviamente.
Quei cattivoni dell’antimafia disegnano anche l’identikit dei manovali dell’accattonaggio: cappellino da baseball in una mano per chiedere l’elemosina e telefonino nell’altra mano. Piazzati davanti ai supermercati, davanti alle chiese, in ogni punto di passaggio. Giovani fisicamente prestanti che fuggono da una guerra che in Nigeria non esiste.
Ma non si può pretendere che chi entra in un supermercato sia informato sulla situazione politica e militare di ogni Paese africano.
Così, per venire incontro alla sensibilità di chi si sente comunque pronto alla generosità nei confronti di chi è in difficoltà, viene consigliato di non elargire denaro ma prodotti alimentari. Se il giovane palestrato sostiene di aver fame, un panino sarà gradito. Altrimenti si eviterà di finanziare una mafia che trasforma in schiavi i propri affiliati, che sfrutta la prostituzione e non disdegna violenze e omicidi.
Una mafia pronta al salto di qualità per gestire traffici molto più ricchi ed estesi.
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