Come da copione il corteo del primo maggio a Torino è stato caratterizzato dai soliti scontri tra autonomi e polizia. Eppure quest’anno la festa dei lavoratori aveva molti motivi per essere celebrata con balli e canti, proprio a Torino. Perché il Piemonte, nella classifica dei morti sui luoghi di lavoro stilata da Carlo Soricelli e dal suo Osservatorio, ha conquistato la seconda posizione in Italia, subito alle spalle della Lombardia. Ma considerando che il Piemonte ha meno della metà degli abitanti, i 22 morti subalpini rappresentano un primato. Perché nella vicina Lombardia le vittime sono 28.
È tutta l’Italia, però, che si sta impegnando a stabilire nuovi record. “Dall’inizio dell’anno – spiega Soricelli – sono morti 429 lavoratori, 210 di questi sui luoghi di lavoro e i rimanenti in itinere e sulle strade”. Numeri superiori a quelli delle cifre ufficiali, poiché questi dati comprendono anche i morti sul lavoro non assicurati all’INAIL e i morti che lavoravano in nero.
Una strage continua, inarrestabile. Per la quale si sprecano i consueti bla bla presidenziali, totalmente inutili, mentre il governo di Sua Divinità Mario Draghi non fa assolutamente nulla. Anche perché un migliaio abbondante di vittime, nella logica del governo dei Migliori, rappresentano solo un piccolo sacrificio per la crescita dell’economia. Che non cresce neppure, ma questo è solo un piccolo particolare irrilevante.
In fondo il particolare è irrilevante anche per chi va in piazza ad occuparsi di mille altre questioni che con il lavoro e con le morti sul lavoro nulla hanno a che fare. Le priorità sono il doppio cognome, la proroga dei navigator, il denaro da regalare ai clandestini che continuano a sbarcare in Sicilia. I diritti dei lavoratori vengono dopo, anzi non vengono mai.
“Anonimi compagni, amici che restate
le verità sociali da forti propagate”
No, le verità sociali non esistono più, ci sono soltanto i diritti civili. Perché i diritti civili favoriscono la creazione delle monadi, i diritti sociali aggregano. Ed il potere non vuole le aggregazioni. Sono pericolose. Per due anni si è utilizzato il virus per tenere lontane le persone, ora bisogna inventare qualcosa di nuovo, di diverso.
Perché, in caso contrario, ci si ritrova come in Francia, dove i cortei del primo maggio sono degenerati in scontri. Con gli idioti che avevano favorito la rielezione di Macron impegnati, ieri, a protestare per la rielezione di Macron. Sarebbe bastato guardarsi allo specchio e sputarsi in faccia, ma hanno preferito fare un po’ di scena. Come in Italia, come a Torino. Per far dimenticare di essere i responsabili della nomina di questo governo, della rielezione di questo presidente della repubblica.