
Si è ipotizzato che il virus indicato fosse il risultato di una manipolazione cinese. Poi si è trovata la variabile Albione. Poi è subentrata la mutazione carioca. Balle! Tutte balle della propaganda demo-pluto-statalista.
Il virus è stato costruito in un laboratorio italiano sul quale sono in corso indagini da parte dei servizi segreti deviati e delle logge massoniche coperte – anche vista la temperatura! – per capirne la variabile sociale e le componenti classiste.
Il mandante è la piccola e media borghesia burocratica, quella dello stipendio assicurato e dei benefici acquisiti, che si permette di reclamare chiusure totali per mesi a causa di un’ansia incontenibile e di un catastrofismo angosciante.

Un esempio per tutti. Mentre l’ala rivoluzionaria giovanilista – sprezzante del pericolo delle interrogazioni e dei compiti in classe – chiede la riapertura delle scuole e l’entrata in aula, gli insegnanti, col culo domestico al caldo e lo stipendio assicurato, invocano la continuità claustrale al prode Fedriga, per l’elevato rischio contaminatorio.
Il problema, secondo i dirigenti scolastici, è l’elevato numero di contatti sostenuti dagli insegnanti che lavorano in più classi.
Concordo. Chiudiamo, allora, i supermercati e i centri commerciali, visto la quota certamente più ingente di contaminazioni per le commesse e gli addetti ai bancali.
Questo no, perché la fame dev’essere soddisfatta, così come il superfluo calorico. Allora becchiamo i ristoratori, i baristi e gli energumeni delle palestre, portatori epidemici e diffusori di morte.
Allora, da cacciatore di complotti e predatore di cospirazioni mi chiedo: forse che la pandemia finirebbe se si decurtassero gli stipendi degli statali? Forse che le banche aprirebbero sulle dodici ore se si riducessero i benefit dei funzionari e si eliminassero le commissioni?
Come ho già detto e scritto: autocertificazione dell’ansioso, possibilità clinica di rintanarsi a domicilio, sussidio economico al posto della paga, pasti ipocalorici per una dieta equilibrata e, soprattutto, evacuazione da posti di ristoro e di divertimento di rompicoglioni e portasfiga.
Detto ciò, una domanda sorge spontanea – come diceva il grande Antonio Lubrano: che fine ha fatto in Friuli-Venezia Giulia la PromoTurismo con il “compito di sviluppare il sistema turistico regionale fornendo le linee guida e collaborando con tutti i soggetti attivi, per dare coerenza alla promozione e incrementare le risorse”?

Nel senso che, mentre l’eroico governatore chiedeva più severità anche rispetto alle già disastrogene e scellerate restrizioni centrali, al Direttore Generale Dott. Lucio Gomiero, con un budget di € 135.000,00 più spese per le missioni, e al Direttore Amministrazione, Finanza e Controllo dott. Pierluigi Zulianello, con l’importo annuo € 80.000,00 più spese per le missioni un premio di performance e risultato € 20.000,00 annuo, e al Direttore Marketing Bruno Bertero con l’importo annuo di € 80.000,00 più spese per le missioni e premio di performance e risultato € 20.000,00 annuo sono stati ridotti gli emolumenti vista la blindatura regionale e il disastro turistico?
Lo chiedo così, da bambino dispettoso.
Perché, da adulto refrattario alla propaganda e renitente al pensiero omologato, affermo che questo cazzo di pandemia finirà quando i culi sentiranno le poltrone scricchiolare, gli accrediti mensili per grattarsi a domicilio saranno adeguatamente ridotti, e la sveglia alla mattina sarà la sirena per conquistarsi il pane quotidiano.