Di tanto in tanto, su giornali, riviste, programmi TV e Social, vedo rimbalzare, a titoli cubitali la notizia… della scoperta dell’America.
“E che notizia sarebbe?” dirà prontamente qualcuno “Certo che è stata scoperta… accidenti se è stata scoperta… anche troppo magari…” e, forse, aveva ragione Benigni in “Non ci resta che piangere” quando faceva, bene, il guitto, e prima di mettersi a fare, male, l’intellettuale di regime… aveva ragione quando diceva che bisognava fermare Colombo prima che salpasse da Palos…
Piano, piano… io mica stavo a parlare di Colombo…. la notizia che vedo, periodicamente, tornare fuori è altra. Quella che, l’America, l’avrebbero scoperta, secoli prima, i vichinghi.
Che, appunto, è storia vecchia assai. Che gli uomini del nord, costeggiando la Groenlandia, fosseri giunti già da un pezzo nel Labrador, è cosa nota e acclarata. Per altro non era difficile, visto che il clima era molto più mite di oggi, con buona pace dei Gretini e altri, moderni, catastrofisti. Altrimenti, scusate, come avrebbero potuto vedere verde la Groenlandia? Va bene che i vichinghi bevevano forte, ma… a vederla verde, oggi, ci vorrebbero droghe pesanti. E trovare la vite in Labrador? Infatti chiamarono la Penisola Vinaland… e, non mi sembra che, oggi, assomigli, come clima, al Chianti….

Comunque, dai ritrovamenti archeologici, sembra che i predoni scandinavi si insediarono in quelle terre per un po’. Facendo quello che sapevano fare. Un po’ di commercio con gli indigeni. Un po’ di agricoltura. E, naturalmente, saccheggi.
Poi,a un certo punto, se ne andarono. E non tornarono più… forse terra troppo lontana e scomoda. Forse popoli troppo ostili. E certo era più interessante dirigersi verso il sud dell’Europa. Il Mediterraneo. Terre più ricche. E il clima poi….
Però, i vichinghi, mai si sono vantati della scoperta. Forse qualche accenno, vago, nei canti degli skaldi. Ma niente più. Anche perché non la ritenevano una scoperta. Erano andati là… C’erano già altri popoli… che razza di scoperta era mai?
E, poi, mica erano i primi. Sembra infatti che i cinesi fosseri arrivati in Messico. Le ceramiche han e quelle atzeche sono incredibilmente simili… fosse vero, si saranno limitati a commerciare… in fondo, la politica di Pechino resta sempre la stessa….
E qualcuno sostiene che vi erano stati anche gli irlandesi. Alcuni racconti di monaci medievali starebbero lì a dimostrarlo.
E poi si parla dei Fenici, che come navigatori vanno presi sul serio. Si dice che giunsero in Brasile. E poi, perché i romani tenevano una flotta a difesa di Gibilterra? Chi temevano potesse giungere dall’Atlantico?
Senza parlare di certe carte nautiche arabe…

Però, detto tutto questo, colui che ha scoperto l’America resta Cristoforo Colombo. Un genovese, probabilmente. Che, avendo letto il Milione di Marco Polo, voleva andare nelle Indie. Ma sbagliò strada…
Lo scopritore, comunque, è lui. Perché è, indiscutibilmente, il primo che, sbarcando, pianta la bandiera di Castiglia e dice “Prendo possesso di queste terre in nome…”
Fregandosene totalmente che quelle terre fossero abitate. Popoli, culture, civiltà. Per lui non esistevano. O meglio, erano solo una curiosità. Se non un intralcio. E tutti quelli che vennero dopo, ragionarono allo stesso modo. Soprattutto gli inglesi, nel nord. Che trattarono quel Nuovo Mondo, come se fosse disabitato, e completamente a loro disposizione.
Non lo era. Ma i nuovi venuti si comportarono come un colono che prende un campo mai coltivato. E siccome vi sono dei formicai che gli danno fastidio, li brucia.
Solo che, in questo caso, le formiche erano quelli che, per colpa di Colombo, ci ostiniamo ancora a chiamare indiani.
Qual è il nocciolo della questione?
Beh, non è che gli inglesi che colonizzarono il Nord America fossero più crudeli dei feroci vichinghi o di altri che li avevano preceduti. E neppure spagnoli e portoghesi che conquistarono l’odierna America latina… e che, nonostante la cattiva fama – la Leggenda nera – fecero molto meno carne da porco degli anglosassoni.
Il problema stava, e ancora sta, tutto, nella rappresentazione. Della geografia e, di conseguenza, della storia.

Da Colombo in poi, gli europei, che giunsero oltre Atlantico, non presero nemmeno in considerazione il fatto che, lì, ci fossero popoli, culture, storie…. semplicemente non riuscivano a concepire che vi fossero storie “altre” dalla loro.
E allo stesso modo si comportarono in Africa. E persino in Asia.
Insomma, quella dell’Era delle scoperte geografiche è solo una colossale frottola. Che nasconde la verità. L’uomo occidentale, diciamo così, non concepisce che… se stesso. Tutto il resto, tutti gli “altri” per lui non esistono.
Ora, si dirà, che il politically correct e la, nefasta, Cancel Culture, cercano di rimediare a questi crimini storici. Ma non solo non è vero…. è vero proprio il contrario.
Sono semmai l’estensione di questa stessa forma mentis. Di una sorta di cupio dissolvi. Che dopo aver negato le culture degli altri, perché semplicemente incapace di concepirle, sta distruggendo anche le proprie. Correndo verso la voragine di una uniformità senza radici. E verso un individuo anomico. Inserito in una società formicaio….
Beh, a pensarci… meglio i vichinghi… saccheggiavano, certo, uccidevano…. ma non trasformavano tutto in un grigiore deserto…