Che squallore, Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera. Va bene, è il quotidiano di Urbano Cairo, però un minimo di decenza non è vietato. Almeno un minimo. Invece no. Forse per ingraziarsi il futuro padrone americano, qualora il fondo Blackstone vincesse la causa da 600 milioni di dollari contro “braccino” Cairo, Fubini si porta avanti con il lavoro e pretende che l’Italia sia ancora più servire nei confronti di Biden e dei suoi burattinai.
Perché non bastano le demenziali sanzioni contro la Russia che porteranno ad una maggiore spesa annuale di oltre 3 mila euro per ogni famiglia italiana. Bisogna fare di più. Bisogna sacrificarsi di più. È chissenefrega se, per molte famiglie, ciò significa buttare 3 stipendi nel cesso della guerra di Biden. Lui, Fubini, guadagna molto di più e 3mila euro rappresentano le mance che potrebbe distribuire e non distribuisce.
Chissenefrega se Putin ci taglia il gas e le famiglie italiane devono pagare molto di più per cucinare, per lavarsi e per riscaldarsi il prossimo inverno. Lui, Fubini, guadagna tanto da permettersi una corte di schiavi che scaldano i palazzi del Corriere alitando senza sosta. Gli stessi schiavi che, ora, possono sventolare foglie di palma per rinfrescare il vicedirettore.
Gli altri non contano. Non leggono neppure il Corriere. Che diritti avranno mai? È ora di smetterla con l’idea che uno abbia dei diritti acquisiti solo perché ha lavorato tutta la vita per garantire un futuro ai propri figli. I diritti degli italiani li decide Zelensky. Li decide Mattarella. Li decide Draghi. E soprattutto Biden. Morire per Danzica? No, questa volta bisogna morire di fame per Johnson, per Biden, per Zelensky. Per le multinazionali e per i chierici che, in cambio di una vicedirezione, possono insistere su quanto sia bello fare sacrifici per consentire alle multinazionali statunitensi di arricchirsi sempre di più. Blackstone, eventualmente, saprà riconoscere i suoi fedeli servitori.