Maledetto Maurizio Bianconi e maledetta Destra.it che ospita i suoi interventi. Perché lui, Bianconi, crede di correggere la deriva di una destra fluida italiana innamorata della finanza internazionale e, invece, offre spunti per proseguire nelle politiche di sfruttamento. “Del resto se obbligassimo tutti i bambini a lavorare 20 ore al giorno nelle fabbriche o nelle coltivazioni di tutto il mondo il Pil crescerebbe di certo”. Bianconi riporta un passaggio di un articolo non del Manifesto ma del Sole 24 Ore e non si rende conto che, leggendolo, brillano gli occhi degli ospiti fissi di Rete 4, di Porro, di Parenzo, di Senaldi.
Già, perché non obblighiamo i bambini, in Italia, a lavorare 20 ore al giorno? O almeno i giovani, per dimostrare la tanto auspicata “buona volontà”? In cambio di un gelato ogni mezza giornata di lavoro, come sosteneva la ricca influencer di area. Già Porro e Parenzo si erano lasciati andare ad un eccesso di generosità, ipotizzando 3/400 euro di paga mensile per un giovane ventenne.
Certo, sarà dura proseguire sulla strada delle teorie dello sfruttamento non disponendo di grandi pensatori. Stanno provando a trasformare l’influencer, ma l’impresa è disperata. Ed ora anche Confindustria si smarca. Forse perché ha capito che un popolo sfruttato non rappresenta un mercato interessante per le industrie. Così il Sole pubblica anche un intervento del Premio Nobel 2015 Angus Deaton. Costui – spiega Bianconi – compie una sorta di autocritica degli economisti “Penso che sia d’obbligo un mea culpa. Il capitalismo democratico serve bene solo una minoranza della popolazione”. Continua “E’ smentita la favola secondo cui tutti trarrebbero vantaggio dal permettere ai finanzieri di arricchirsi”. Dopotutto – va avanti Deaton – “la globalizzazione e il cambiamento tecnologico hanno arricchito una ristretta elite finanziaria e manageriale, ridistribuito ricchezza dal lavoro al capitale, distrutto milioni posti di lavoro e svuotato le comunità e le vite dei loro residenti. Dobbiamo superare la nostra idea fissa sul solo denaro come misura del benessere umano”.
Il benessere umano? Ma cosa gliene frega del benessere umano a chi ritiene che sia giusto obbligare un ingegnere ad accettare un lavoro da 4 euro all’ora a centinaia di km di distanza? Cosa gliene frega del benessere umano a chi vuole una nuova emigrazione di massa verso il Nord? A chi se ne frega se la Pianura Padana è super inquinata per eccesso di fabbriche e di popolazione?
Stiamo assistendo ad una rievocazione dolciastra dei “treni della speranza”, della coabitazione in soffitte maleodoranti. Il prossimo passo consisterà nella esaltazione delle oscene architetture delle periferie di Torino, Milano, Genova. Dei quartieri senza servizi, degli alloggi con soffitti bassi e finestre piccole.
Però forse Bianconi guarda oltre. E si ricorda che lo sfruttamento, le periferie, il degrado avevano rappresentato la miccia per far esplodere l’Autunno Caldo, per il ‘68 post studentesco, per le occupazioni delle case. Certo, i figli di chi aveva protestato a Valle Giulia si ritroveranno ora sull’altra parte della barricata. Ma i meriti dei padri non sempre ricadono sui figli.