Se puoi sognarlo, puoi farlo. Uno slogan della Disney che, in Italia, può tranquillamente essere ribaltato. Se non sei neppure in grado di sognarlo, sicuramente non riuscirai a farlo. E vale in ogni ambito. A partire dal mondo delle imprese. Il simbolo dell’industria italiana è stato per decenni il gruppo Agnelli. Guidato da personaggi che, in un Paese normale, sarebbero rimasti in posizione subordinata, molto subordinata.
Amministratori delegati che, intervenuti per “salvare” l’Olivetti dopo la morte di Adriano, si affrettarono a dismettere l’elettronica, “bubbone senza futuro”. Amministratori delegati che, invitati ad entrare per primi nel mercato cinese, rifiutarono l’offerta poiché si trattava di un mercato privo di prospettive. Amministratori delegati che, di fronte alla possibilità di anticipare il boom dell’auto elettrica, rifiutarono sdegnosamente poiché il futuro, per loro, era nel metano.

Tutti personaggi trasformati in geniali eroi dell’industria nazionale, da una informazione zerbinata pronta a correre ad ogni fischio del padrone di turno. La stessa disinformazione che non sa immaginare un governo meno squallido del Conte bis e, dunque, si presta a trasformare gli Incapaci in grandi statisti. Che oggi odia il traditore Renzi ma che domani lo amerà se farà pace con il Pd. E che domani odierà Mastella dopo averlo amato ieri poiché disposto a salvare il lìder minimo.
Se non sai sognare un governo decente, onesto, con ministri competenti, senza dittatorelli in stile Boccia, allora non riuscirai ad averlo. Nessuno sguardo ad un futuro che non si sa immaginare.

Ma se non sai sognare un’opposizione che non sia oppofinzione, dovrai tenerti un centrodestra che dipende dagli umori del cerchio magico del sultano di Arcore. Un’oppofinzione che insiste con slogan e selfie, che si rinchiude alla Garbatella o in via Bellerio per evitare il confronto con la propria gente. Perché il confronto farebbe emergere errori a raffica nelle scelte dei quadri dirigenti ad ogni livello, la mancanza di idee, di progetti. Meglio i bagni di folla, una foto ed una pacca sulle spalle. Così non si corrono rischi di dover ascoltare critiche.