Come rivelato in seguito della stessa donna, della quale più di tanto si è mai saputo, di tutto parlarono.
Nient’affatto di propositi suicidi. Semmai di progetti per il futuro, viaggi, forse anche dell’arrabbiatura per l’eliminazione dalla competizione canora, ma non più di tanto. Dopo di ciò la tragedia.
Con ogni probabilità il cantante, avendo abbondato nella sovrapposizione barbiturici/tranquillanti, potrebbe essere stato vittima del cosiddetto “rebound” (rimbalzo). Quando è come se la luce si spegnesse di colpo. Lasciando nel panico, spesso ai tremori, alla paura di un pericolo incombente, insomma alla perdita d’ogni contatto con la realtà reale. Che porta alla lettura distorta di quanto vissuto, detto o sentito.
Escluso che egli potesse lanciarsi dalla finestra (la sua stanza era al piano seminterrato della “dependance” dell’albergo” o impiccarsi (troppo laborioso), purtroppo aveva recato con sé un’arma. Acquistata per la preoccupazione dopo presunti “speronamenti in auto”. Scrisse con grafia malferma ma autentica – provata da numerose perizie – un biglietto dal contenuto inesatto ed assurdo. E forse inconsapevolmente, ignorando che l’arma fosse carica ma comunque in stato d’alterazione, il colpo partì.
Gli altri occupanti delle stanze confinanti dichiararono tutti di non aver sentito il rumore dello sparo. A ritrovarlo fu la stessa Dalida dopo le due del mattino. Da qui in poi tutta realtà romanzesca. A parte il fatto che sia da parte dei cantanti che da quella degli organizzatori venne manifestata la più ferma intenzione di fermare il Festival. Peccato. La sera seguente furono tutti regolarmente sul palco, quasi come se nulla fosse. Dopo la presentazione di Mike Bongiorno che fece un accenno incomprensibile all’accaduto come fosse stato protagonista un alieno sul pianeta Marte.
Sui pasticci avvenuti in seguito e sull’assenza praticamente assoluta di serie operazioni investigative, il morto andava fatto sparire quanto prima. E così fu.
Ai funerali del cantante in Ricaldone (Alessandria) di colleghi musicisti partecipò quasi nessuno. Fatta eccezione per De Andrè, il savonese Michele e pochi altri.
Da quella tragedia, comunque, Dalida non si riprese più. Vero o no che vi sia stata una relazione sentimentale con Tenco. Dopo ripetuti tentativi di suicidio – di cui uno poco tempo dopo la morte dell’artista – nel 1987 riuscì nell’intento. Da fonti certe risulta che la cantante, per la paura del buio, fosse abituata a riposare con la luce accesa durante tutta la notte. Dopo la sua ultima, quando fu ritrovata, la lampada sul comodino era spenta.
(Fine, ultimo di 3 articoli).